a con lui non si è mai sicuri di nulla. Partito senza nemmeno dirmi dove andava; passarono due mesi senza che io sapessi se egli fosse vivo o morto, buddista o maomettano, re di un'isola deser
non so più nulla e torno a cadere nella inquietudine di p
uizzava l'am
on tornava, ma non scriveva nemmeno più. Ciò provava chiaramente a Tibaldo che il suo amico si divertiva; se si fosse annoiato, avrebbe scritto. E non impediva del resto che se qualcuno gli domandasse nuove d
a, persino che si fosse implicato in qualche agitazione rivoluzionaria. Gli venne anche più volte, a dire il vero, il sospetto ch'egli si fosse incapricciato di una qualche strana zingara-dalla tinta dorata, dall'occhio fosco e magnetico, e regalmente avvolta nelle sue vesti cenciose-ma egli conosceva Giorgio abbastanza per sapere che un capriccio di tal genere sarebbe
e per le doti dello spirito e per la bellezza fisica-per questa specialmente! Egli ch'era vissuto, per così dire, nell'intimità dei capolavori dell'arte, egli troppo amante delle statue greche e dei quadri antichi per poter giudicare belle le signore alla moda, egli che oltre di essere stato assai fortunato in amore, av
irito, nè sapienza di alcuna sorta, nè ricche vesti o collane di perle, nè profilo classico, nè portamento da regina-non ha che uno sguardo di fuoco, un sorriso tutto
indifferenza; dimenticava un appuntamento come un altro avrebbe dimenticato un debito. Si esaltava difficilmente; la bellezza non sembrava mai bella ai suoi occhi guastati. Ma, curiosa contraddizione, egli sentiva molto; d
non si credeva capace.-Intanto viveva una vita nuova; più non si curava delle altre cose, non aveva ancor veduto l'Alhambra, non pensava più a correr pei monti in cerca di avventure, non aveva più curiosità per le opere d'arte, abbandonava i suoi amic
già un po' troppo al di sopra della loro, perchè la vecchia credesse ch'egli potesse sposare la fanciulla. Una tale idea non l'era mai passata per la testa, e lo vedeva volonti
altri, compreso il cugino, addolorando la nonna. Ella amava la distinzione, e questa non l'aveva trovata che nel pittore Giorgio. Ben intes
o avanzato. Quel tempo gli era trascorso con una velocità sorprendente; quei mesi gli erano sembrati settimane. Non aveva un'idea ben precisa di quando era comi
e che nessuno dei rozzi pretendenti che le si erano presentati avevano potuto piacerle. All'istesso tempo ella non gettava mai uno sguardo agli eleganti vestiti alla parigina, che incontrava al passeggio della domenica, perchè la nonna, sapendo da che parte stessero i pericoli, li avev
urezza della donna sicura di sè. Non le sembrava possibile di poter essere mai di altri che dell'uomo che l'avrebbe amata profondamente e che le avrebbe dato tutto quello che possedeva. Ella rideva volontieri di tutto, non si scandalizzava facil
che volta rendono le sue vittime cieche quanto lui. Quando considerava pacatamente la sua condotta e comprendeva a cosa veniva spinto, la sua coscienza protestava contro il suo progetto, il rimorso lo assaliva e prendeva i più fermi proponimenti di lasciare ogni cosa, di partire all'indomani, di essere forte e generoso. Ma quando la vedeva, restava. Cercava di persuadersi che questo amore in fine non era che un capriccio e nulla più, che se avesse avuto il coraggio di troncare e partire, dopo un mese non se ne sarebbe forse più ricordato, ed o
ndo la sua bocca taceva o negava, lo sguardo, il gesto, il sorriso, tutto affermava; ogni cosa la tradiva, l'amore traspariva da ogni suo movimento. Vi era in lei quella stanchezza derivante d
ra però quasi sempre presente, ed essi non si erano mai confessato completamente i loro sentimenti; ma in ambedue il labbro solo taceva. Essi erano avvolti da quell'aura profumata e inebriante, sembravano circondati da quel nimbo l
mollisce, che rende tenero e indeciso. Pensava a mille modi per ottenerla, non rifuggiva davanti a nulla, gli sembrava ridicolo di non osare, pensava quanti non sarebbero stati per un sol momento nemmeno toccati dai rimorsi che lo arrestavano. Altre vol
palpitava, erano una di quelle imagini come ben di rado si presentano tanto vaghe alla fantasia dell'artista.-La modesta cameretta sorrideva, rallegrata dal raggio di sole vivissimo che, penetrando dalla finestra, illuminava quelle due teste che pendevano l'una verso l'altra; i vecchi mobili, l'oscura alcova, lo specchio annerito, gli angoli rimasti nell'ombra, tutto pareva più lieto, vi era nell'aria qualcosa di fluttuante e di misterioso. Era una di quelle scene che devono costringere gli angeli stessi a sorridere, pur celando il vi