n sia nuovo anche per coloro che non ebbero la fortuna di conoscerlo e che vissero lontani dai luoghi ch'egli frequentò maggiormente. La sua figura, la sua ricchezza, il suo ingegno
a sul continente, per ragioni che è inutile l'esporre, dove si era ammogliato con una italiana, figlia unica e bellissima di un patrizio romano. Questa morì dando alla luce il nostro eroe, il quale passò con suo padre, rimasto solo, tutta l'infanzia e l'adolescenza viaggiando, e non andò che due volte in Inghi
to che dopo di aver vissuto più e meglio di molti altri, dopo di aver speso la sostanza di una mezza dozzina di ambasciatori plenipotenziari, dopo di esser riuscito a far parlare di sè, dopo d'aver sontuosamente viaggiato, dopo di aver avuto i più bei cavalli, i più ricchi appartamenti di Parigi, dopo d
llettuali era in alcun modo affievolita, e purchè potesse cambiare di scenario, vivere senza che la sua più piccola azione fosse discussa ed imitata, spogliandosi della s
gioia della cosa a lungo vagheggiata invano ed il trionfo di ottenerla, la passione contrastata; sentiva qualche volta un vuoto che a lui stesso riusciva inesplicabile. La sua vita non era stata sempre frivola ed allegra, come una festa per la quale il mattino non giunge mai; egli conosceva l'amore; aveva amato con passione, con tutte le raffinatezze dell'anima sua eletta e del suo ingegno superiore; ma in amore, come nel resto, nel senso più
invidiava loro gli amori contrastati, le difficoltà, i debiti, le impertinenze ricevute dalle belle sdegnose, e le acerbe rimostranze del padre o del tutore: invidiava loro i desiderii insodd
del Jockey Club, tutti dicevano: è il duca Giorgio (come si aveva preso l'abitudine di chiamarlo). Di tanto intanto, cambiava bruscamente di vita, tanto la sua natura irrequieta era avida di varietà, e tanto cercava di moversi nel circolo largo, ma ristretto per lui, in cui si
a maggior ricchezza. Per chi possiede un tal sorriso, la parola diventa un accessorio; diceva dei volumi, accompagnava, rinforzava, contraddiceva lo sguardo. Persuadeva, intimava, rassicurava, chiedeva perdono e l'otteneva sempre; era talvolta di un'audacia invincibile.-Quel sorriso strano, capriccioso, irregolare per così dire, che si abbozzava in mezzo a quel viso senza difetti, contrastava con la bellezza classica del profilo, nè se ne sarebbe creduta capace quella bocca cesellata a perfezione. Del resto bello della persona, con la mano finissima e un piede da donna, svelto nelle movenze, di statura media, ma con l'apparenza di un uomo alto per la eleganza del portamento, era una di quelle figure che attirano l'attenzione, e forse sarebbe stato osservato anche non chiamandosi
mparsa fu un trionfo. E durò perchè le sue facoltà erano svariatissime e le sue originalità veramente originali. Tutto gli era permesso, tutto gli era accessibi
i lui, suo malgrado, ben inteso, e combinarono di fargli sposare la figlia di un principotto tedesco, mediatizzato. Egli rifiutò subito, ma come accade sempre, s
lungamente anche dopo il colloquio di quella sera allo stato di semplice progetto. T
mantenne scrupolosamente il segreto, talchè quando finalmente fu alla vig
giero? che si vantavano di conoscerlo, nè andò a baciar la mano a Lady Isabella, nè ad alcuna delle dame più in voga. La vigilia della partenza-mentre il suo fido cameriere si occupava degli ultimi preparativi,-egli condusse la sua vita solita, e nessuno di quelli cui rivolse la parola, ebbe nemmeno una lontana idea di non rivederlo all'indomani. Verso le quattro, comparve in una carrozza nuova tirata da due sauri puro sangue, uno dei
te, il giardino deserto e tutta l'abitazione improntata dei segni dell'assenza. Fu la prima a raccontarlo, e subito la notizia si sparse con la celerità del telegrafo. Fu creduta,
v'è a
on
ndo to
e l'ha