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La gran rivale

La gran rivale

Author: Luigi Gualdo
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Chapter 1 No.1

Word Count: 2493    |    Released on: 04/12/2017

ti si accomiatarono l'un dopo l'altro e il duc

ngolare comunanza di gusti e d'idee insieme ad una certa facilità nel piegare alla volontà del più fermo, per la versatilità del suo ingegno, per la passione irreprimibile che lo spingeva ver

per qualunque arricchito da ieri; il legno di quercia, gli ornamenti in bronzo, il cuoio di Cordova, vero; le cesellature inapprezzabili al punto di vista artistico, dove le dorature avevano una parte squisitamente sobria; le alte credenze massiccie abbastanza per sostenere il peso degli enormi piatti, dei cristalli eleganti, dei vasi ingenti di ogni sorta che le coprivano, il tappeto turco dai colori vivaci-formavano un insieme assai armonioso, ma un po' triste ed oscuro. A questo contrastava la tavola che nel mezzo della vasta sala, coperta da una magnifica tovaglia di Fiandra, tutta scintillante di cristalli e d'argento, rallegrata dai fiori e illuminata da quattro candelabri simil

della v?lta si riuniva nel mezzo al punto più alto in un rosone. Due pareti erano ornate da quattro magnifici dipinti di maestri della scuola Veneta; una larga finestra s'apriva sulla terza parete e su quella del fondo ammiravasi uno specchio circondato da una cornice in legno nero scolpita di un magnifico disegno barocco; sotto a questo un camino in marmo nero con un gran fuoco, una scrivania coperta di libri e carte, u

ca si levò l'abito, si avvolse in una casacca di seta a colori smaglianti, accese il narguilhé che posava per terra, e appoggiati i

ra per andare in un teatro troppo caldo, dove si sta molto mal seduti ad ascoltare della cattiva musica, e di là passare in un club a dire e farsi dire delle bestialità e a perdere del denaro, oppure

re mi sembri molto invogliato questa sera a volgere sopra le cose un occhio troppo malevolo ed a cercare il lato brutto della vi

e sopra quelle del duca, aprì la bocca ad un semi-sbadiglio, segno piut

usto di statua antica, con quell'occhio di fiamma e quei capelli d'oro era un'apparizione da far fermare chiunque, mentre passava di galoppo, stan

se da ciò che non mi pare possibile di amarne alcuna, e che rimango affatto indifferente dinanzi a

era in lei che quanto è necessario a contenere l'anima che ammaliava, visibile nei suoi grandi occhi azzurri; era una bellezza languente, vi era nel suo portamento qualch

ei tuoi gusti, che non potevi capire altre bellezze che quelle delle statue greche o delle cortigiane della scuola veneta, confessi ora di trovar bella la più immateriale, la più eterea creatura ch'

na di aspirazioni e di scoraggiamenti, che vede l'avvenire, ma dubita di avere forza sufficiente a raggiungerlo. Se d'un tratto una Venere greca avesse ad animarsi, se nel suo occhio senza pupilla d'improvviso sfavillasse lo sguardo e lasciando la sua posa immortale mi aprisse le braccia bianchissime volendo scendere dal piedestallo, certo la preferirei; ma dacchè il sorriso della Gioconda non sarà mai realizzato in una donna, dacchè le cortigiane del Tiziano non abbandoneranno mai, qualunque collare di perle loro avessi ad offrire, lo strato di velluto p

ardando fissamente uno dei tizzoni che stava sperdendosi in bragia. Un sorriso passò sulle labbra del duca, e

ermogliano misteriosi e vergognosi talvolta nei più reconditi recessi dell'anima, noi comuni mortali-la proviamo a dire completa

llo che lo immagini. Sei stato giovane troppo presto, e giovane come sei ancora ti senti vecchio, hai vissuto troppo e sei stanco

, che, ne sono certo, è il comune; credo che il mio calzolaio dica di me

è a meno di rid

erità in quello ch'io ti ho detto, e fossi anche d'accor

rtito, più di qualunque altro, dal più volgare. Tutto mi interessa, tutto attira ancora la mia attenzione, il nemico più grande della noia, la curiosità, mi agita sempre, a proposito di tutto. Sono, come è naturale, abbastanza satollo di balli, di cene, di corse, di cavalli e di attrici, di ricevimenti ufficiali e di brutte copie delle orgie antiche; ma in mezzo al più noios

delle considerazioni sulla vita-e il duca, cosa per lui rarissima, era quasi sul punto di fare a Tibaldo delle mezze confidenze. Questi che lo conosceva abbastanza per sapere come la pi

; le sale noiose e i gabinetti più noiosi ancora, il club, i viali del bosco, i ridotti dei teatri, tutti quei luoghi che mi sono diventati uggiosi a forza di starvi, mi attirano, oserei quasi dire, per le stesse ragioni, per le quali mi respingono. Vogli

disse Tibaldo ridendo: ma come!

i. Ora non si tratterebbe di viaggiare per viaggiare; vorrei provare, come ti dissi, di andare a vivere sotto un altro

vederti al ritorno. è difficile supporre che tu possa dive

o dopo entrò un moretto vestito di giallo portando sul palmo della mano all'altezza del capo

La conversazione scendeva e saliva come i raggi di un fuoco d'artifizio; talvolta languiva e sembrava si addormentasse, poi, ravvivata da una parola gettata a caso, riprendeva nuovo vigore, entrando in un'altra via. Parlarono d'arte e di donne, dell'ultima commedia e della vita futura, dell'India e delle caccie alla volpe, di corse e di mus

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