img Passeggiate per l'Italia, vol. 4  /  Chapter 7 No.7 | 43.75%
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Chapter 7 No.7

Word Count: 3593    |    Released on: 04/12/2017

rimenti e degni di un idillio vi appaiono gli abitanti. La cittadina di Capri, la quale giace sopra una depressione del monte fra le colline di S. M

si di ortensie, garofani e oleandri. Quando il giardino è aderente alla casa, vi dà accesso per lo più un pergolato che congiunge questo a quella. Ciò forma il più bell'ornamento delle abitazioni dell'isola, imperocchè consiste in un basamento in muratura a doppia fila, sul quale sorgono i pilastri che soste

meritare il nome di palazzo. Abitano pure fuori della città i vignaiuoli, che sono sparsi nelle loro masserie, sulle alture od ai piedi delle rupi, nascos

a maggior parte ai Napoletani. Il fittaiuolo paga per lo più dagli ottanta ai centoventi ducati di fitto che deve ricavare, oltre il suo sostentamento, dal vino, dall'olio e dalle frutta. Quando viene a mancare il vino, come ora accade da ben tre anni, il contadino cade nella miseria; stringe davvero il cuore vedere tutte le vigne spoglie di grappoli e udire le lamentele di quella povera gente. Alcune donne mi narrarono,

imavera gli isolani si nutrono in massima parte di cacciagione, passando in quest'epoca stormi di volatili, particolarmente di quaglie, dirette dal mezzogiorno al settent

icominciare la sera. E' dura e faticosa la loro vita, poichè il mare è spesso infido e spesso la preda d'una intera compagnia di pescatori non raggiunge il valore di un carlino. La vita animata della Marina grande, unico porto dell'isola, dove sorge una fila di case, porge in ogni tempo uno spettacolo pieno d'interesse. I pescatori sono uomini nerboruti, spesso di forme erculee, e le loro figure, abbronzate ed energiche, spiccano anche pel berretto frigio che portano costantemente. Quando il mare è agitato, è bellissimo vederli occupati a trarre frettolosi le loro barche all'asciutto, sulla spiaggia, una spiaggia ristretta e poco riparata dall'urto delle onde. Le barche hanno però i loro ripari murati per quando più impetuosa infierisce la tempesta. Stanno sulla spiaggia un centinaio circa di barche, fra le quali tre di maggior portata, adibite pel commercio con Napoli, dove si recano il lunedì e il giovedì, e ne ritornano il martedì e il venerdì. Regna allora una grande animazione sulla spiag

pesca del corallo; ne partono ogni anno non meno di duecento, che si portano per conto dei mercanti di corallo ad esercitare la loro industria nello stretto di Bonifazio e sulle coste d'Africa. Partono insieme e tornano in ottobre, trovando in famiglia tuttociò che il destino

ti?? ?Sì che li ho cento ducati?. Il giovane rimase grandemente attonito: ?Come, avete cento ducati e non prendete moglie?? Ripensavo a questo pescatore di corallo scapolo un giorno in cui una fanciulla mi offrì alcune mon

le, in miniatura, e fa davvero piacere osservare le ragazze nelle loro piccole case occupate a dipanare le matasse di seta color d'oro od a tessere nastri di variopinti colori. L'industria delle donne, sia di Capri che di Anacapri, consiste nella coltivazione di poca quantità di seta e particolarmente nella tessitura dei nastri. I telai sono continuamente in moto. Il cotone e la seta v

la loro stanzuccia è il punto di ritrovo più frequentato dell'isola. Vi si recano pure talvolta i forestieri, gli artisti, che chiamano Dee quelle fanciulle per i continui sacrifici che si offrono loro. Il mio albergatore le chiamava

?δμου το?

ovane progenie d

ota; mi aggiunse di avergliele scritte un Inglese. Le risposi che volevano dire: ?Ragazza, di

nciatura del capo, i coralli e gli orecchini d'oro che portano costantemente, dànno loro un aspetto orientale. Vidi spesso, specialmente nel paese di Capri, fisonomie di vera e rara bellezza e nell'osservarle coi capelli scarmigliati, gli occhi nerissimi e grandi che parevano lanciare fiamme, sorgere nelle camere oscure dai loro telai e venir fuori, mi sembrò di vedermi comparire dinanzi tante Danaidi. In Capri s'incontrano di frequente figure che si direbbero staccate da una tela del Perugino o del Pinturicchio, di una soavità incomparabile. Le donne portano, particolarmente in Capri, i capelli disposti con gusto artistico nella sua semplicità, scendenti al basso, e trattenuti da uno spillo d'argento. Talvolta fissano il mucadore alla testa con una catenella ed allora hanno davvero l'aspetto di donne di paesi

tà, non avevano fatto nessun contratto con l'impresario, e quando si domandava loro quanto avrebbero guadagnato in quel penoso lavoro, rispondevano: ?Crediamo un carlino al giorno o tanto pane di Castellamare di quel valore; sabbato sarà fatta la paga?. In quel giorno l'isola presentava uno spettacolo stupendo, che i pittori non trascurarono di riprodurre sulle loro tele. La roccia calcarea di Ercolano essendo di un bel grigio, posata sul mucadore di colore rosso di quelle teste giovanili, sostenuta da un braccio o da entrambi, produceva un bellissimo effetto; la lunga fila delle ragazze cariche di massi mi ricordò la figura delle antiche canofore, o meglio delle fanciulle d'Egitto che recavano materiali per la costruzione delle piramidi. Non potevo saziarmi dal contemplarle, dall'ammirarle. Esse scherzavano, ridevano, sotto il grave peso, sempre allegre e graziose. Talvolta le vedevo verso il mezzogiorno, sedute in circolo per terra, all'ombra di una pianta di carrubba, intente a consumarsi il loro pranzo, se pur si potevano così chiamare quelle poche prugne mature e il loro pane asciutto. Dopo questa refezione, ciarlavano, scherzavano e correvano a riprendere, leggere al pari di gazzelle, il loro faticoso lavoro. Se dovessi rappresentare in un quadro la povertà tranquilla ed allegra, prenderei a modello la figura della bella Costanziella. Dopo di aver portato sotto la sferza del sole, una piramide di macigni al monastero così pittorescamente collocato, sedeva la sera sulla porta della sua casetta, deliziandosi con la music

signoria?. Vi si domanda sempre e dovunque. Un giorno che entrai nella scuola di Anacapri, tutta la scolaresca sorse da' suoi banchi esclamando: ?Signore, la butiglia!? e per un momento pensai che me la chiedesse persino il maestro. Entrando poi in una casa, si è certi di vedersi venire incontro una ragazza, la quale vi porge alcune foglie di maggiorana od un garofano, e questo dono bisogna in qualche modo contraccambiarlo. E

si trova presentemente in un monastero di Napoli, ma nell'autunno tornerà qui gran dama a prendere possesso della nuova casa costruita appositamente per lei sul monte Tuoro. La sorte tocca

per dimora. Trecento di essi, inabili alla vita militare per infermità o per vecchiaia, occupano la caserma posta al limite estremo della città. Essi dànno all'isola l'aspetto di un asilo: si vedono girellare in ogni angolo, o seduti, intenti a cantare

ra fa mostra di tutte le sue bellezze, di tutta la magica varietà e lo splendore delle sue tinte! Aggirarsi in questa contrada senza il beneficio della vista, mi è parso un'amara ironia. Quei poveri ciechi si muovono però molto e volentieri: hanno la loro passeggiata favorita, l'unica alquanto piana, la bella strada nella valle Tragara, in mezzo agli olivi. Ne ho visti spesso alcuni seduti sui banchi di piet

ca singolare, che risuona in modo tutto particolare nel silenzio della notte, e di frequente è accompagnata dalle voci di un'aria melanconica. I due invalidi suonano anche al mattino, sulla piazza, e radunano intorno tutti

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