quell'enorme frastuono, quelle case altissime ed architettonicamente barocche, quel sudicio ovunque, quel gridare incessante ed assordante, finiscono con lo stancare. A Napoli si dimora so
li, per le quali senza posa passa un fiume di gente, in ispecie nel pomeriggio e nella sera. Vi si vedono lunghe file di carrozze, di carretti, e di carri a due ruote tirati da muli; vi si vedono tutto il lusso, tutte le industrie, tutto quello che occorre nella vita. I magazzini e le botteghe più eleganti sono in Toledo; nelle altre due vie si trovano specialmente gli oggetti di prima necessità; il quartiere più elegante di Napoli è però costituito dalla via Toledo, sino lungo Chiaia e verso la grotta di Posillipo. Chiaia è una strada meravigliosa; i suoi palazzi moderni son
ca senza posa, e ivi è tutto quello che è necessario alla vita del popolo. V'è un movimento continuo; le calate sono sempre ingombre di carbone e di altri materiali; vi si affollano continuamente pescatori, barcaiuoli, lazzaroni, piccoli mercanti. Gli abitanti delle campagne, i popolani vengono qui ad acquistare gli abiti e le scarpe, che empiono case da cima a fondo. Qui si vendono tutte le masserizie casalinghe, qui sono caffè, liquorerie, spacci di tabacco, unicamente frequentati dal popolo, fruttaioli i quali tengono gli aranci e le angurie già tagliate a fette che essi vendono per un tornese e che vengono mangiate dai co
tutti i suoi pesci su questa piazza. Il popolo vi si reca per comprare, per mangiare; lo si potrebbe dunque definire come il ventricolo di Napoli. è veramente interessante osservare tutta quella folla, tutto quel frastuono, ed uno lo può fare a suo bell'agio, rifugiandosi in una di quelle c
fu decapitato l'ultimo degli Hohenstaufen; è del pari caratteristica per essere stato il teatro di un
guinosa per le scene terribili di giustizia popolare; il popolo vi troncò il capo a nobili
a strada di S. Lucia, più di ogni altra interessante. Ho pur già detto che questa via, sita in uno dei punti più belli di Napoli, è quella dove vennero a contatto le classi superiori ed inferiori della popolazione e dove la vittoria rimase al ceto medio. Non troppo lunga, la strada è circoscritta a sinistra dal mare, dal palazzo reale e a destra dal pittoresco Castel dell'Ovo. Distend
te di fuoco dei monti e del mare, che parevano avvolgere in un incendio colossale la grandiosa città. Ma più magico ancora era lo spettacolo che mi si parava dinanzi allorchè la luna nel suo pieno, sorgeva sul Vesuvio, e spandeva la sua luce argentea sui monti, sul mare, sulla città, illuminando l'intero golfo. La cupa foresta degli alberi delle navi nel porto si distaccava allora sopra un fondo di brillante bianchezza; la luce dei fanali imp
di notte sono anim
prietario. Sono incessanti le grida per invitare la gente ad entrare; le botteghe sono illuminate, e tutti quei prodotti del mare rilucono dei colori più svariati: sono ricci, stelle di mare, coralli, arag
ri, incomincia un'altra scena assai caratteristica: sotto una specie di volta, presso una fonte sulfurea, da mane a sera donne e fanciulli gridano, schiamazzano con bicchieri in mano, invitando a bere l'acqua salubre. Si prende posto su una sedia, si beve un bicchiere di quest'acqua minerale e si mangiano alcune piccole ciambelle. Con pochi soldi la gente modesta vi trova uno spasso; difatti, vi accorrono intiere famiglie e chi non mangi
, il cui studio si può fare liberamente per le strade, ad ogni ora. Napoli è la città dei contrasti: corrono per le vie carrozze di lusso, appartenenti alle famiglie più aristocratiche, e alla presenza dei principi coperti di decorazioni scintillanti, di dame della più insigne nobiltà parigina e londinese, stuoli d'uomini, come se nulla fosse, si gettano in mare in costume adamitico. Io mi son concesso spesso il diletto di chiamare dalla
iaia. Ancora non è compiuta, nè selciata, e in molti punti bisogna attraversare fossati sopra a tavole; vi si incontrano però già cavalli, asini, muli e una folla di gente che, sopratutto, nelle domeniche e nelle feste, si reca a visitare i lavori. A quanto sembra le tre grandi arterie non bastavano più alla numerosa popolazione
sguardo nell'insuperabile bellezza di quell'orizzonte, sulla città, su quegli aranceti profumati, su quei giardini cosparsi di fiori o su quelle pittoresche macc
rduta nella lussureggiante vegetazione di una vigna; vidi una valletta di limoni, di aranci, di melagrani, che mandavano nell'aria profumi deliziosi; e poi un sobborgo formato di fabbriche industriali, e amene e ridenti collinette, e case rustiche, e una gola piena di captus e di palme; e poi, ad un tratto, a sinistra, scorsi la città, il golfo, l'isola di Capri, ed una foresta di pini ai piedi del Vesuvio, che
eva darsi pace che quelle giovani donne ballassero per aria, affermando che ciò era contro natura, poichè avrebbero dovuto posare sul suolo i loro piedi e sostenendo che tali affreschi erano soltanto dei capricci di una fantasia sbrigliata. Povere cose, invero, l'erudizione e l'archeologia! In questo angolo d
zzeri stavano bevendo fuori di una piccola bettola, una capanna di paglia. Di lassù si dominavano il mare, le isole di Nisida, di Procida e d'Ischia, tutte avvolte nel manto meraviglioso del so