img La famiglia Bonifazio  /  Chapter 8 No.8 | 40.00%
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Chapter 8 No.8

Word Count: 2727    |    Released on: 06/12/2017

alla sua povera mamma, cresceva sana e rigogliosa come le piante del parco. La nonna diventava sempre più vecchia, nei suoi capelli grigi andavano crescendo i fili d'a

i fili che la fanno muovere, egli che non aveva altra volontà che quella del padrone, pareva istupidito dopo la parte

re i malati, con affezione, con intelligenza, in silenzio, senza far rumori intorno al letto. La fanciulla aveva imparato a fare un brodo speciale per

cordiale al suo Gervasio e a Silvio, che si doleva di non aver veduti prima di morire, ma profetizzava che sarebbero ritornati presto alla loro casa, in seno della madre affettuosa. E pronunziò queste parole poco prima di morire, quantunque in fondo

eva servita fedelmente per tanti anni, gli onori dei funer

imora, fu di ritorno in casa Bonifazio, per rendere conto della sua

occa a voi di trovarci

stro; quegli uomini non si sostituis

amo fare?... ci è impossibile

cile! difficilissimo, non credo possibile

che avete avuti, in t

anti.... o ladri.... o poltroni.

di casa Bonifazio, conducendo per un orecchio un giovinotto col naso c

qualche tempo, mi disse che ha servito a Treviso, e che adesso è senza padroni. Se vuole provarlo posso assicurarla che è f

ora guardando il maestro ora la signora, e facendosi gira

u accettato a prova.

o che non lo asseriv

dero che era proprio un

a che gl'insegnasse ciò che non sapeva, mostrò buona volontà d'imparare. Venne accolto a prova anche lui. Appena entrato in servizio

o, se a lui non piace, vuol di

ma i cani non hanno mai preso un gatto per un lepre. State bene

a mai, ma era un tal ghiottone che vuotava le casseruole sui fornelli, beveva il brodo e vi sostituiva dell'acqua. Anche questo fu messo alla porta. Ah! povero Mosè come fu rimpianto, come si deplorava la sua perdita ad ogni cambiamento! Finalmente venne Pasquale

scettibile di qualche riconoscenza, non era impertinente, aveva infatti varie qualità negative, e si rend

he i diplomatici raccolti a Zurigo si studiavano di fabbricare una pace

me alleato. Diceva che l'atroce massacro di Solferino provava la sua inettitudine come strategico, perchè si poteva vincere senza quella immensa ecatombe, manovrando con tattica avveduta, risparmiando il sangue dei soldati, non precipitandoli come una valanga davanti i cannoni e le baionette del nemico. Ma dopo di aver vinto fermarsi a mezza via! non raggiungere la meta solennemente annunziata! era tale a

'Austria e col Papa, e calmata l'esaltazione del primo momento, partì per M

ta e si accingeva a trar partito dalla libertà, fiden

nghe chiome, i panciotti rossi, le giacchette lunghe, le uose fino al ginocchio, e ricordandosi il clima uggioso, le strade deserte piene di fango, i campanili acuminati sul fondo grigio e nebbi

, ma sempre colla pipa in bocca non era più che l'ombra dell'antico colonnello del primo Napoleone e del terribile Carbonaro del 1821. Però di

gli avvenimenti, li giudicava severamente, ma ricominciava a sper

ratore. La nostra generazione compirà fra breve l'i

ente il cugino Alessandro, figlio di Aristide fratello del colonnell

ovane, col quale il cugino passava piacevolmente qualche ora, ciarlando dei parenti, e delle faccende del giorno, e poi ne scriveva a sua madre gli elogi. Silv

questi due individui, senza saperlo preludevano entrambi alla futura generazione

e Silvio gli stavano intorno, il vecchio contin

on faceva male nemmeno un po' di pazzia. Bisognava arrischiare tutto! ma l'avvenire domanda più forze morali che materiali

robi e onesti. Al nostro tempo ci volevano dei rompicolli, dei cospiratori, dei furbi, dei maneschi, bastava di avere del sangue nelle ve

da vicino. La povera Maddalena legata al suo posto dalle cure domestiche, dall'affetto alla sua Maria, divisa dai genitori dal governo straniero, non ebbe la co

nnello fu l'equo compl

ligiosamente le memorie e le tradizioni domestiche, servendo fedelmente il paese in guerra ed

Bonifazio, rappresentata dal figlio Gervasio nella liquidazione ereditaria,

a Garibaldi conquistavano il mezzogiorno d'Italia, e la patria andava rompendo le barriere che la dividevano in varie parti contro na

la capitale da Torino a Firenze fra le minaccie e le adesioni, le aspirazioni, le proteste, e gli eccitamenti dei vari partiti che bollivano confusamente nella gran fornace della rivoluzione nazionale, per fare l'Italia; come si fondono i metalli di varie specie per ottenere il bronzo di Corinto, per una statua immortale. L'Austria ch

a di trattati secreti per la cessione del Veneto; Napoleone, aprendo il P

egra piena di musiche, di feste, di bandiere e di entusiasmi. Silvio frequentava di preferenza gli studenti più avanzati di lui, erano gi

osa grave come quella dei ritratti dei grandi personaggi, si guardava nello specchio per vedere se l'aspetto corrispondeva alle sue idee, e si doleva grandemente di non vedersi ancora spuntare i mustacchi. Si era scelto un buon sarto, guidato dal consiglio dei colleghi più eleganti, e pensava che un uomo mal vestito non avrebbe mai p

non volendo che fosse meno degli altri. Ma non lo abbandonava mai; passavano insieme la sera al caffè ed al teatro, col cugino Alessandro; e il g

d'orticoltura, pensando alle terre di famiglia, che un giorno sperava di coltivare a suo modo, e faceva progetti di r

re l'indipendenza e l'unità della patria, contrariavano continuamente i segreti maneggi della politica, e i vani progetti della diplomazia,

sse e le minaccie, perchè la nazione fremente ed ansiosa si agitava per

te venne dichiarata con generale contento il 20 giugno del 1866. In quel giorno tanto desiderato scomparvero tutte le dissenzioni, tutte le discordie, tutti i partiti; la nazione e il Parlamento furono unanimi. Il re annunziò che riprendeva la spa

sercito italiano passava il Po,

oldati liberatori, la bandiera tricolore sventolava in ogni casa, le bande musicali suonavano l'inno nazionale, la folla immensa acclamava la libertà, l'esercito, il

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