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La famiglia Bonifazio

La famiglia Bonifazio

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Chapter 1 No.1

Word Count: 4139    |    Released on: 06/12/2017

a disciplina militare si era abituato ad obbedire ciecamente; il secondo avvezzo alla cattedra voleva sempre ragionare a diritto o a torto, come faceva a

occasione, e colla storia alla mano, cominciando a citare la condotta di Adamo nel paradiso terrestre, e proseguendo coll'esame di tutte le vicende umane, dalla più remota antichità fino ai nostri giorni.-Leggete la storia, egli ripeteva sovente, non troverete che sommissioni di popoli intieri alle violenze d'un solo individuo, o di pochi; non vedrete che guerre, stragi, men

nata al patibolo la giustizia e la verità. E quegli stessi che si credono superiori e indipendenti dalle potenze della terra sono schiavi delle loro passioni,

:-Mauvaise plaisanterie!... e poi traduceva:-Scherzi senza s

to il mondo a tappe militari, ho vissuto nelle grandi capitali, ho ammirato le me

o felice. Conoscete la storiella della camicia dell'uomo felice? Si voleva trovare questa camicia, e pagarla a qualunque prezzo. Si andò a cerc

il coraggio di trattarli da asini; ma mi basterà citarvene uno solo;-e così dicendo, il capitano Bonifazio si tolse la pipa dalla bocca, si levò i

bastone in atto di minaccia, l'altro ebbe paura

ione!... un

passo in silenzio, poi il maestro tir

n'eccezione!..

tavi

amente l'Europa, ha tutto perduto, ed è andato a morir

rta sul colpo. Per salvare il resto dovette raccogliere tutte le sue forze d

iani nelle guerre del primo regno d'Italia non poteva rassegnarsi alla dominazione austriaca, e viveva ritirato in campagna, per non vedere i Tedesch

na educazione incompleta, per cui fu costretto di fare il maestro comunale per vivere. Dallo sfacello della sostanza paterna si era salvata una fat

tesso villaggio del maestro, vicino a Treviso, nella pianura lodata fino dai tempi antichi che ha per oriz

li avevano costretti a rinunziare ai loro gusti e a ritirarsi in campagna. L'amore dei campi venne più tardi, dopo la lunga consuetudine, dopo

l'Italiani in varie parti d'Europa, egli si trovava sorpreso ed umiliato di dover sopportare la dipendenza d'un popolo che giudicava inferiore, per meriti militari e civili, ai suoi compatri

overni succeduti al suo dominio, i nobili e i preti preferivano l'Austria: il grosso della popolazione restava indifferente, mancava d'educazione politic

passando dalle promesse alle minaccie, perseguitando e condannando come un

ro partito che quello di consolarsi della schiavitù colla memoria dei fatti

d apparecchiare le forze necessarie a rivendicare i diritti conculcati della patria. E intanto raccontavano quella storia

tico scolpito da Canova, fino a quello col manto e la corona; ce n'erano a piedi, a cavallo, e sul trono. Ma la preferita era la statuetta di gesso, colla sempl

coli quadri delle ba

voli, Marengo, Cairo, Auster

i. Massena duca di Rivoli, Augeran duca di Castiglione, Victor duca di Bellun

aliani, perchè molti erano en

dai Cosacchi; nel terzo si vedeva la presa di Malo-Jeroslawetz eseguita dalla divisione Pino, sostenuta dai cacciatori della Guardia reale italiana. Il quarto era

aligni, e le faccie bonarie dei Boemi, e alzava le spalle pensando che Massena con 50,000 Francesi non esitava ad attaccare 80,000 Austriaci, comandati dall'arciduca Carlo, e li vinceva a Caldiero; e nutriva un fastidioso disprezzo pei suoi concittadini, che non si accorgevano nemmeno di appartenere ad una nazione eroica, nella quale gli pa

la sua villa fosco annuvolato, e g

di lavoro, vangava e potava, piantava alberi e arbusti, vigneti e frutte

lla natura, dimenticava le umane miserie. E talvolta combatteva la umiliante teorica del maestro Zecchini, per semplice impulso della propria

la loro imprudenza. Il capitano si accorgeva della paura del compagno, stralunava gli occhi, atteggiava tutti i suoi lineamenti al più profondo disprezzo, ritornava bisbetico e dispettoso e pensava fra sè: ?tacere le

deposte le armi, si erano ritirati in campagna. Era il vero amico, e il più fido compagno del padrone, gli faceva da segretario e da castaldo, da giardiniere e da cuoco. Passavano la sera colle carte in mano per evitare le ques

ella schiavitù. Colle autorità superiori non mostrava che umiltà e riverenza, cogli uomini indipendenti si lasciava sfuggire delle espressioni liberali, col parroco era religioso, cogli increduli scettico

fari delicati, indispensabile per giocare alle carte; e sapeva servirsene secondo i casi, perchè eg

prediali, lo rappresentava negli affari di ufficio, chiamava alla Pretura gli affittua

e plausibile. Per raggiungere l'intento giovava molto la prestazione d'un amico che fosse in buona vista della polizia. In simili casi, e in varie occasioni, l'amicizia di Zecchini riuscì utilissima al capitano,

ze con quei Carbonari, e poi a Milano per riferire ai capi della setta lombarda. Domandò il passaporto pel regno Lombardo-Veneto col pretesto di fare un viaggio agricolo, nel quale si proponeva lo studio di alcune colture speciali, che facevano difetto nella provincia di Treviso, come quelle del canape e dei prati a marcita. Il maestro Zecchini fu chi

ccrescere le imposte! questo è un uomo utile all'Impero!? Poi domandava conto del

ve solo con un domestico, non riceve mai nessuno, ha dell'ottimo vino, e fa un eccellente cucina; i

occupa di politica, pensava il commissario; un uomo civile ch

disse al maestro,

uscì dalla stanza con ripetuti inchini, salutò gentilmente anche l'usciere, che aveva un'aria da sbirro, poi scese le scale len

ano tante cerimonie per ottenere il permesso di circolare a proprie spese nel proprio paese, e che tali cerimonie erano vane, perchè generalmente la polizia veniva ingannata dalle

no l'avesse visto entrava in una casa colonica, nella campagna deserta, e s'intratteneva per un paio d'ore coi Carbonari venuti apposta da Ferrara, per intendersi con lui sulle armi e le munizioni da introdursi, per distruggere i

do parlare di lui come d'un veneto appassionato agricoltore; poi scompariva per qualche ora, si abboccava coi patriotti malcontenti, stringeva la

zia la quale violava tutti i segreti. Egli si godeva a corbellare i commissari e il governo, parlando di prati e di vacche svizzere, di canape e

ngannare la vigilanza della polizia; e si recò a visitarli, occupandosi di vigneti e di stalle, benedicendo i benefizii della pace, che si godevano a meri

ture, e partì solo e pedestre, munito d'una semplice valigietta alla mano. Prese la direzione opposta a quella che intendeva di seguire, e girando per certi viottoli deserti, assicurandosi c

iero. Acerrimo nemico dell'Austria, egli congiurava come capo carbonaro contro l'aborrito governo, ma sapeva operare con tale avvedutezza che non comprometteva mai nessuno, apparecchiava le riunioni, dirigeva la congiura con sommo accorgimento, e metteva tanta

ncese condotto dal generale Buonaparte, la sua improvvisa comparsa in Italia, la battaglia di Marengo che liberava il Piemonte e la Lombardia dagli Austriaci, esaltarono lo spirito liberale del

s sul campo di battaglia, la carica di cavalleria di Kellermann, la risoluzione fortunata di Desaix. E quando tre giorni dopo di quella famosa battaglia Buonaparte entrava in Milano sul far

idotto all'estrema miseria, lacero, esausto dalla fame, e quasi cieco, sarebbe morto sulla neve se non avesse incontrato il capitano Bonifazio che lo sostenne, lo guidò, lo nutrì di crusca bollita e di carne di cavallo; e attraverso a mille pericoli poterono ent

nò l'amico alla casetta di Brianza, dove il colonne

ite di alcune terre che stavano intorno all'abitazione. Vedevano poca gente, e assai di rado il loro capo di casa, il quale di tratto in tratto compariva all'improvviso, si fermava alquanti giorni, e spariva. Scriveva poche l

sotto gli alberi, producevano l'effetto d'un delizioso calmante negli animi ardenti di quei soldati avezzi a tanti frastuoni e a tante stragi. A poco a poco il loro spirito esaltato dalle lotte si raddolciva, il loro sangue rallentava il suo corso, il loro

ava ben volentieri in quel ridente soggiorno, prima di rientrare nella

l cuore una indelebile impressione, ma egli non osava guardarla che di soppiatto, quando era sicuro di non esser veduto da lei; q

ipa in bocca, rammentando le loro geste, e quando passava Maddalena, Bonifazio si alzava i

e nei vari stati d'Europa, e la trovava più bella, più interessante e più adorabile di tutte. Era stato piuttosto libertino, intraprendente, audacissimo col bel sesso, e poteva vantarsi di ardite conq

llucinazione, e di ebbrezza felice, e chi sa quando avrebbe pensato di andarsene al

lagrima che brillava come un diamante nei grandi occhi di Maddalena; ma la lettera era pressante, e poi sentiva anche il bi

uesta:-Siamo intesi, facite judiciu

licitatis in

l diploma guelf

setta, in un sito deserto, e avevano giurato nuovamente

queste provincie s'incontrava coi federati, faceva dei proseliti, formava nuovi centri carbonari, allargava le diramazi

isarmato, ma profondamente convinto che presto o tardi m

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