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meremo la dichiarazione ufficiale, talchè le rimane la vecchia qualifica, de' tempi del Granducato, di terra nobile. Cit
le strade, ampie piazze, eleganti e comodi palazzi moderni ed ogni anno estende rapidamente il suo caseggi
samente provvista di tuttociò che serve ai bisogni della sua vita e del suo mov
. BENEDETTO A SETTIMO. (Fo
ai Fiorentini ed il castello venne disfatto; nel 1290 i Pisani poterono riprenderla, ma la dovettero ricedere tre anni dopo e, d'allora in poi, lo sventurato paese si trovò di continuo a mutar padrone e soggetto a sopportare tutti i danni di quelle asprissime guerre; le fiere e crudeli vendette fecero scempio di questo luogo e de' suoi abitanti, talchè questi per disperazione si videro costretti ad esulare. Alla metà del XV secolo il paese era rimasto quasi deserto, al punto c
PRETORIO. (Fot. I.
ot. I. I. d'A
Ss. Jacopo e Filippo, eretta nel XIII secolo, ma completamente rifatta e decorata nello stesso secolo XVII. D'opere d'arte non v'è grande abbondanza: una tavola della maniera del Sogliani, nella quale sono effigiati la Vergine col bambino e i santi Jacopo e Filippo, una statua in legno del XV secolo rappresentante S. Lucia
EBANA DI S. MARTIN
le celebri terme di Casciana, l'artista e lo studioso avrebbero modo di trovare il più vivo godimento, tanti sono gli edifizi che ricchi d'opere d'arte sorgono framezzo agli opulenti vigneti che ricoprono le deliziose colline. Come una semplice parentesi aperta in mezzo all'escursione del Valdarno, vogliamo però ricordare uno de' luoghi più attraenti di quella vall
DI S. MARTINO VISTA D
le balze dirupate. Dal lato di mezzogiorno, le colline popolate di paesi e di villaggi segnano una linea quasi uniforme, lontana lontana e dietro ad essa sorgono maestosi il monte di Volterra e le alte vette de' poggi della Maremma. Dai piedi de' colli fino alla ri
enta un insieme più pittoresc
NTE DELLA VERRUCA. (Fot
no e l'ira delle procelle. Sulla cima di quell'aspro picco, posati come il nido dell'aquila sopra un cumulo di massi scoscesi, sorgono imponenti i resti della rocca della Verruca, un fortilizio
specie di vedetta che, dominando le valli e i monti d'intorno, potesse vegliare alla guardia dello stato e tener d'occhio i movimenti delle vicine repubbliche, eresse colà un gagliardo fortilizio. Nelle aspre guer
vanzi: quelli della fortezza e, vicino ad essi, i resti dell'antichissima ed ampia Badia di
NO - MURA
o i piani adiacenti. Alle quercie, ai lecci, alle piante che vegetano spontanee nei boschi, sottentrano vere selve abbondanti di ulivi che costituiscono la ricchezza di questa parte del te
- ANTICHE FO
pisana sulla punta superiore del colle, ma poi nel secolo seguente fu, insieme al castello, munita di nuove mura e di una quantità di torri e di bastioni collegati fra loro per mezzo di un comodo ballatojo. Le fortificazioni di Vico Pisano sono un documento parlante, un monumento della competenza profonda che in simil genere di costruzioni possedeva uno de' più grandi artisti del rinascimento, Filippo di Brunellesco, al
ENERALE. (Fot. I.
PARTE DELL'ARNO. (Fot.
S. GIULIA. (Fot. I.
carattere palustre, rendeva malsana un'ampia plaga di campagna adiacente. Mercè le opere grandiose eseguite dal governo toscano, oggi il lago si è ridotto ad un modesto ed innocuo d
ENTE ZAMBRA COL PONTE V
piè delle balze, formate di gigantesche rupi, dalle quali si cava quella qualità di pietra arenaria chiamata verrucano, è il villaggio d'Uliveto, al quale han dato moder
GIOVANNI. (Fot. I.
CERTOSA DI CALCI
LLA CERTOSA DI CAL
MA. (Fot. I. I.
strutto dai Fiorentini, possiede i resti di una antica e interessante pieve di carattere lombardo, S. Giulia. In origine la pieve era a tre navate: forse rovinò,
i Valle Graziosa. E più che graziosa, è veramente stupenda questa valle, che dalle pendici del Monte Pisano scende e si apre di prospetto a Pis
le sue acque alimenta numerosi mulini che costituirono
rdinata nel XII secolo. La costruzione a tre navate ha il solito tipo comune alle chiese pisane di quel tempo; ma più della fabbrica della chiesa, suscita il massimo in
ggio di Castelmaggiore e più e più volte ebbe a soffrire saccheggi e distruzioni per opera delle fazioni che divideva
lla Verruca è S. Agostino di Nicosia, un giorno convento dei Canonici Lateranensi, og
PIEVE DI S. MARIA. (Fot.
e colle offerte continue dei devoti, si aggiunse il vastissimo chiostro, che, attorniato da numerose casette destinate a dimora dei monaci romiti, costituisce la parte principale, più artisticamente pregevole e più caratteristica del vecchio monastero. Ma se si toglie questa parte che appare più leggiadra e più singolare per l'effetto che producono i bianchi marmi dei lunghi colonnat
ADONNA DELL'ACQUA. (Fot.
'aspetto di un edifizio monastico presentano quello di un palazzo signorile, per non dire di una reggia. Fu l'architetto milanese Carlo Zola che ridusse in tal guisa la vecchia Certosa, mentre artisti chiamati dai monaci da ogni parte d'Italia profondevano a dovizia gli orname
SIANO A SETTIMO
ridente. Dipinti di notevole pregio sono quelli di Baldassarre Franceschini di Volterra, di Francesco Vanni, di Bernardino Poccetti, di Onorio Marinari, di Agostino Veracini. La maggior
IMO - ARCHITRAVE DELLA PORTA
ecadente, di un'arte suntuosa, ma priva dell'alito del genio. Restano a celebrare la fama della Certosa la sua grandiosità e gl'incanti della sua splendida giacitura, in questa valle deliziosa, di prospetto al mare, in
TIMO - ARCHITRAVE DI UNA PO
orri di difesa. In origine era un borgo aperto, esposto di continuo ai danni delle guerre e delle scorrerie. I Lucchesi lo danneggiarono nel 1295, le milizie della Lega Guelfa lo posero a sacco nel 1328; due volte nel 1341 e nel 1362 lo presero i Fiorentini, i quali, il 28 luglio 1364, riportarono in questo luogo sui Pisani una celebre vittoria che valse a far aggiungere fra
anchi e neri, foggiati secondo i caratteri comuni a tutte le chiese del territorio pisano, sorte intorno al 1000. Nessun'opera di notevole importanza si conserva in questa chiesa. A Cascina ebbero una chiesa ed un ospizio dedicato a S. Giovanni i Cavalieri Gerosolimitani: ma, soppresso quell'ordi
I S. SAVINO. (Fot. I.
che tracce del loro aspetto primitivo, come Marcianella, S. Lorenzo alle Corti, S. Jacopo e Maria a Zambra, S. Giorgio ecc. Appena fuori di Cascina è la
I S. SAVINO. (Fot. I.
pera di scuola pisana de' primi del XIV secolo; va pure ricordata una tavola rappresentante S. Filippo Benizi, che i frati Serviti, ai quali fin da tempo remoto apparteneva la chiesa, avrebbero commesso ad Andrea del Sarto. Più importante dal lato architettonico è l'altra chiesa di S. Cassiano, che conserva intatto il carattere solenne e al tempo stesso elegante e suntuoso delle vecchie pievi pisane, che avevano la forma comune alle basiliche latine. Internamente è a tre navi, divise da
O PISA - FACCIATA E CAMPANILE
icchezza le fece subire la sorte comune alla maggior parte delle opulenti abbazie: quella di esser ridotta a commenda e destinata a saziare l'avidità di cardinali e di prelati benaffetti che in ogni modo ne sfruttarono le rendite. Papa Eugenio IV nel 1439 la restituì ai monaci; ma nel 1563 venne soppressa dal Granduca che ne concesse il pingue patrimonio all'Ordine militare di S. Stefano. Vista da lungi, la badia ha l'aspetto di un fortilizio, chiuso da un rettangolo di mura che racchiudono un terrapieno
SCALZI - PARTIC
quasi un insieme colla città. Qui però ai ricordi e ai documenti della storia e dell'arte passata si sostituisce interamente lo spettacolo di una modernità piena di vita e di movimento. Campagne che, coltivate con grande
ttà di Pisa, dalla quale si partono, come tanti raggi che si prol
e nelle quali domina sempre costante, diremo anzi sempre uniforme, quel carattere che di qui si espanse poi a Lucca, a Pistoja ed in altre parti della
I SCALZI - BUST
o alla monumentale imponenza della città, non cogliamo che pochi fiori, limitandoci ad additare come tipi interessanti e caratteristici e di epoche differenti dell'architettura pisana: la chiesa di S. Michele degli Scalzi, di un insieme armonioso, singolare specialmente per le belle sculture bizantineggianti del 1204 c
a pompa della sua artistica bellezza, irta di cupole, di campanili, di torri, di palazzi
A FOSSABANDA - TAVO
a Marina di Pisa. Alla sua sinistra lascia il popoloso borgo e la vecchia chiesa trasformata di S. Giovanni al Gatano, un giorno detta dei Gaetani dal nome della cospicua famiglia, che ne fu patrona, mentre dal lato destro passa dinanzi al villaggio di Barbarici
OSSORE - GRUPPO DI P
di un vetusto monastero di Benedettini fondato nel 1084 e
glia e mezzo; così il breve tratto del fiume, più ristretto, più profondo, era, più di quel che sia oggi, propizio alla navigazione, tanto che le galere de
ROSSORE - VIALE DI
el fondo arenoso del mare, sono le cause del progressivo e continuo accrescersi della spiaggia, la quale d'anno
A DI PISA. (Fot. I.
alzata la stupenda basilica di S. Piero a Grado; e rammentare ancora come il monastero benedettino di San Rossore ed altro convento intitolato di S. Croce a Foce d'Arno fossero sulla riva del mare; mentre oggi tutte queste località sono
ome la torre del Marzocco ed i resti d'altre torri che sorgono appena fuori di Livorno dal lato di tramontana, altro non fossero che le gagliarde fortificazioni inalzate a difesa del porto che era sicuro asilo delle galere della potente Repubblica, che di là mossero più volte
sa granducale toscana, acquistò fama ed importanza nel periodo in cui Firenze fu capitale d'Italia. Vittorio Emanuele la tenne come suo ordinario e gradito soggiorno e, lontano dagli splendori della reggia, cercò fra que' boschi annosi e le praterie infinite le quiete gioje della vita borghese. Spogliato d'ogni pompa e d'ogni apparenza regale, egli trovava in mezzo alle bellezze campes
e, giacchè la rigogliosa vegetazione delle piante tropicali, la presenza di mandre di
un lato con quella di Viareggio e dall'altro si spinge verso Livorno, offre l'asilo più gradito nelle
ntrasto che parrebbe il riassunto, la sintesi delle bellezze natura
ili, silenziosi e deserti, i casini campestri circondati dalla lussureggiante vegetazione, dai fior
E DELL'ARNO. (Fot. I
dal mare, è ora una delle più belle, delle più ridenti, delle più sfarzose stazioni balneari. La costa renosa formicola di stabilimenti balneari, di padiglioni, di baracche che accolgono nuvoli di bagnanti, che offrono un allegro e piacevole asilo ad una colonia numerosa: viali lunghissimi, ai quali fanno capo una quan
cespugli delle sue rive, si allarga formando isolotti e canali che servono d'asilo alla selvaggina ed ai pesci insidiati dall'umana voracità, si dibat
Tirreno l'ha travolto ed inghiot
BIANCO. SCOLTURA DEL 1290 RA