img Il Valdarno da Firenze al mare  /  Chapter 3 DA EMPOLI A PONTEDERA. | 75.00%
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Chapter 3 DA EMPOLI A PONTEDERA.

Word Count: 6081    |    Released on: 04/12/2017

a. Le colline che corrono parallele al corso del maggior fiume toscano par che in questo punto si siano tratte indietro per costituire come un contr'argine o, meglio ancora, un i

IA A RIPA - DELLA ROBBIA:

la Bastia, San Miniato, Cigoli, Montopoli, Marti. A tramontana par che la linea di colline si sia abbassata per permetter la vista de' poggi leggiadri della Valdinievole, sui quali si adagiano Monte Vettolini, Monsummano alto, Montecatini, Massa, Cozzile, Colle, Stignano, Buggiano, Uzzano. E dietro a ques

cano le vette aguzze dei campanili delle chiese di antica origine, deturpate tutte, più o meno, dalla meschina manìa di modernità,

PA - LA VERGINE IN GLORIA, DI GI

scente pinacoteca della Collegiata d'Empoli. Però altre ne rimasero che valgono a conservare tuttora alla graziosa chiesa una importanza artistica non comune. Basta ricordare la statua di S. Lucia, una delle figure più realistiche, più animate che siano state immaginate da Giovanni Della Robbia, un bassorilievo ro

A RIPA - LA CONCEZIONE, DE

ella maniera di Andrea del Sarto, a Riottoli un ciborio dei Della Robbia, a Pagnana una tavo

A RIPA - DELLA ROBBIA: DOSSA

clivio di un poggetto che sporge fra le valli dell'Elsa e dell'Arno, e ci troveremo a Monterappoli, modesto ma pittoresco villaggio che fu un giorno capoluogo di un comune assorbito più tardi dal maggior comune di Empoli. A Monterappoli sono due chiese: S. Lorenzo e la Pieve di S. Giovanni Evangelista. La prima non ha d'importante che un affresco botticellesco rappresentante S. Sebastiano; la seconda invece conserva all'esterno l

ESA DI S. PIETRO ALLE

ell'Arno. è il castello del Cotone posseduto in antico dalla potente famiglia fiorentina degli Spini, poi dagli Scarlatti, celebrato dal Redi

MINI

rio della provincia di Firenze. La lunga e irregolare distesa delle sue case biancheggianti, interrotta di tanto in tanto dalla massa grandiosa di chiese e di palagi, coronata di torri e di campanili, segue le sinuosità del monte ed a chi la guarda da lontano dà l'idea che San Miniato sia una a

CATTEDRALE. (

endo sede di numerosi uffici pubblici. Ma queste sue qualità, diremo così, officiali, sono di gran lunga superate dalle attrattive che San Miniato offre per la sua meravigliosa situazione, per la

- FRAMMENTO DELL'ANTICO

mperatore, San Miniato, che dal titolare d'un'antica chiesetta ebbe nome, divenne la residenza d'un rappresentante o Vicario degl'Imperatori di Germania che in Toscana ne tutelava l'autorità e gl'interessi. Gli abitanti però male si assoggettarono al dominio della signoria straniera e per due volte, nel XII e nel XIII secolo, devastarono e abbandonarono la loro terra

oscana rappresentava tuttora quell'autorità feudale che sfuggiva loro dalle mani, cercarono di cattivarsi l'animo dei Sanminiatesi e permis

nello stesso castello di San Miniato s'accendevano di continuo le contese più violente fra i partigiani delle due opposte fazioni. Il potere imperiale scomparve travolto dall'irruenza di parte guelfa ed i Fiorentini, profittando del

DI ROSSELLO DI JACOPO FRANCHI E AFFRESCO D

Valdarno e le vicine valli dell'Elsa e dell'Evola. Su quel prato deserto e silenzioso dove crescono e prosperano i fiori, a formare uno strano contrasto collo squallore di quel cupo rudere, fu la residenza degli orgogliosi Imperatori tedeschi, fu la dimora dei loro Vicar? e fra quelle mura, oggi rase al suolo, si svolsero truci e misteriosi drammi. Di uno,

O - AFFRESCO E TAVOLA DEL XV SECO

rdo può errar liberamente attraverso a mezza Toscana, son

i che tenni

Federigo e c

disserran

o suo quasi og

OMENICO. MONUMENTO A GIOVAN

sa è stata modernamente rifatta. Delle opere d'arte il corredo è piuttosto scarso. Più interessanti d'ogni altra cosa sono tre parti degli specchi del vecchio pergamo, scolpiti di bassorilievo colla rappresentazione dell'Annunciazione ed uno stemma; interessanti per antichità loro e perchè sono illustrati da iscrizioni che ne riassumono la storia. Le sculture sono di Giroldo di Jacopo da Como, scultore lombardo che lavorò al Duomo di Milano, alla Certosa di Pavia, al Duomo di Lucca, a Massa Marittima, alla Badia di Montepiano ed in

esa di S. Francesco restò compiuta nel 1480 e della costruzione sua originaria serba tuttora in gran parte i caratteri. Non così sono giunti fino a noi i molti oggetti d'arte e le decorazioni che, a similitudine di tutte le altre chiese

ENICO - TAVOLA DEL XV SECOLO.

ai Ss. Jacopo e Lucia. Pur essa, alla pari di quella di S. Francesco, sorge dalla balza del monte, sostenuta da immensi piloni. In origine era a tre navate, oggi è ad una sola ed ampia nave con cinque cappelle di carattere ogivale. Essa fu com

O - GIOV. DELLA ROBBIA: ANNUNCIAZ

altri interessanti affreschi che possono attribuirsi a qualche scolaro dell'Angelico che li eseguì sotto la guida o l'ispirazione del maestro. Per dovizia di opere d'arte la chiesa dei Domenicani può considerarsi come il museo cittadino. Tolte dalla sagrestia e dalle altre parti del convento e disposte convenientemente nella chiesa, esse sono ora oggetto della giustificata ammirazione del visitatore. Vi sono tavole e frammenti di a

GLIO NEL PALAZZO COMUNALE.

L LORETINO - ALTARE. (Fo

XV secolo che adorna la vicina c

ne e il bambino è un calco di stucco ed il fondo del vano è deturpato da goffe e volgari decorazioni moderne che dovrebbero esser tolte. Tradizionalmente, il cenotafio si attribuisce a Donatello e al discepolo

LAZZO GRIFONI.

lavoro di Andrea o, meglio, di Giovanni Della Robbia, proveniente dalla soppressa chiesa monastica di S. Martino. A

gono sulle piazze e lungo le strade pittore

l Consiglio, salone che pochi anni addietro venne convenientemente ristaurato. In una delle sue pareti è un affresco della maniera dei Gaddi dipinto nel 1393 a tempo di un vicario di casa

- TAVOLA DELLA SCUOLA DEL GHIRLAN

namenti che un recente incendio espose ai più gravi rischi. Le pareti sono adorne di affreschi assai deteriorati della prima metà del XV secolo e l'altare di legname è di squisitissimo e delicato lavoro del XVI secolo. Framezzo alle leg

I PRESSO S. MINIATO. (Fot

rifoni monsignore d'Altopascio e il Vasari dice che ?fu cosa magnifica?. Pur troppo il lungo abbandono ha ridotto oggi la facciata in condizioni deplorevoli. Artisticamente importanti sono anche il palazzo Formichi

la chiesa è una bella tavola dell'Empoli rappresentante la Concezione. Di eleganti forme ogivali è l'attigua sagrestia, un giorno chiesa dedicata a S. Maria Maddalena, fondata

HIESA DI S. GIOV. BATTISTA.

altare esiste l'antica tavola danneggiata assai dall'umidità e dall'incuria. Nel centro della tavola, in una specie di tabernacolo sostenuto da angeli volanti, è la Verg

ritorio della piccola repubblica costituitasi dopo la decadenza del dominio imperiale e molti di essi offrono tuttora un interesse speciale per i r

CCA. (Fot. I. I.

e ai Compagni, la cospicua famiglia fiorentina dalla quale nacque Dino, il celebre storico. Fra le chiese va ricordata la Pieve di S. Giovanni Battista a Corazzano, severa costruzio

ancora tracce della sua ricostruzione del XIII secolo, perchè l'origine sua data dall'VIII secolo, ebbe annesso un convento di frati Umiliati che fu soppresso prima del XV secolo. Opera fatta eseguire dagli Umiliati è lo stupendo tabernacolo di pietra che racchiude un'antichissima immagine della Madonna. Squisiti lavori

I. I. d'Art

fesa de' popoli vicini. La Repubblica Fiorentina accrebbe straordinariamente le fortificazioni di Montopoli che rappresentava come un punto avanzato all'estremità del suo territorio e per mezzo di un arco arditissimo che passa al disopra del Borgo Vecchio, collegò la rocca alle nuove mura castellane. Un incendio desolò il paese, arse la rocca, fece cader parte del

A. (Fot. I. I.

raversato il torrente Chiecinella che segna il confine fra le provincie di Pisa e di Firenze, si trovano prima Castel del Bosco, dove nessuna traccia rimane del gagliardo fortilizio pisano presso il quale avvennero sanguinosi con

o che attraversa l'Arno, compiere una rapidissima visita ad alcuni de' più importanti luoghi c

IATA - FRA PAOLINO DA PISTOJA (?)

di Leonardo, ebbe nel castello e nei dintorni diversi possessi dei quali è notizia negli antichi catasti; ma se non può stabilirsi in modo assoluto il luogo dove quel genio venne alla luce, è pure da accogliersi come più probabile la supposizione che nella sua infanzia egli abitasse nella località chiamata Anchiano, dov'erano una casa e due poderi appartenen

mari, divenne dipoi fortilizio della Repubblica Fiorentina che ne accrebbe l'importanza. Oggi non è che

ROSPIGLIOSI. (Fot. I.

i per la bontà di certi piccoli cialdoni, chiamati brigidini, che i suoi abitanti vanno a cuocere a tutte le fiere della nostra regione, formando la delizia de' ragazzi. La Pieve di S. Stefano, che ora si ricostruisce di nuovo in forma molto più vasta e

A DALL'ORATORIO DI S. L

te IX della famiglia pistojese de' Rospigliosi la fece edificare col disegno del celebre Bernini; ma il gigantesco e dispendioso progetto dell'insigne artista non ebbe compimento che in parte, donde venne alla villa il

tello, Larciano, che sulla vetta di un alto poggetto presenta fra i vecchi caseggiati le masse brune della sua antica Pieve e della fortissi

ONARDO - GIOV. DELLA ROBBIA: FO

oci ora un

bili tragedie registrata nella storia dei primi Granduchi di Toscana: l'uccisione, per opera di Paolo Giordano Orsini conte di Bracciano, dell'infedele ed infelicissima Isabella, figlia secondogenita di Cosimo I de' Medici. Presso la villa, che chiude, dentro le sue solide mura, il ricordo dell'esecrando delitto, sorge la Pieve di S. Leonardo, nella quale la vista di superbe opere d'arte

RDO - NASCITA DI S. GIOV. BATTISTA

irolamo e di S. Michele, ispirate al fare del Franciabigio, un'altra tavola col Crocifisso fra i Santi Sebastiano e Rocco della maniera del Poccetti, il quadro d

rniamo sulla riva dell'Arno ed in una rapida corsa passiamo attraverso ai popolosi paesi che, a breve distanza l'uno dall'al

AMA. (Fot. I. I.

ine fu un piccolo borgo, che si disse appunto Borgonuovo, fabbricato, insieme ad una cospicua abbazia, dai Cadolingi, i quali adottarono più comunemente il titolo di Conti di Borgonuovo, perchè tennero come loro preferito soggiorno il castello da essi edificato

a chiesa che della vecchia struttura conserva oggi solo poche parti. Passata dai Benedettini ai Vallombrosani, poi alle monache, subì alterazioni infini

S. ANDREA. (Fot. I.

desto interesse del fabbricato offrono un compenso diversi oggetti d'arte che tuttora vi si conservano: dei dipinti cioè ritenuti di Cosimo Ros

e la propria libertà che i nemici, attaccandolo, uscirono scornati e sconfortati. Anche Castruccio Castracane, che nel 1323 tentò la presa di Fucecchio, si trovò di fronte a tale resistenza che dovette abbandonare l'iniziata impresa. Dell'a

il vantaggio di una felice giacitura, i benefizi del movimento commerciale

ione di cure speciali per parte degli ufficiali della Repubblica Fiorentina, i quali dovevano provvedere a che le acque cresciute per le alluvioni non allagassero i luoghi circostanti e impedire che per cagione della bassura del

Firenze, Pisa e Lucca. Nella costruzione del ponte e delle altre difese dello sbocco del lago, ebbero parte grandissima Antonio e Francesco da Sangallo, entrambi architetti del magistrato della parte guelfa. Il primo fu mandato nel 1508 a provvedere ad opere che valessero a contenere il lago ed a far sì che da esso non sfuggisse in troppa quantità il pesce che procurava una cospicua rendita allo stato.

TORRE DELLE CAMPANE. (Fo

te, ben fabbricata, ricca di decorosi edifizi, un giorno castello forte e ben munito, al quale dava importanza speciale la sua situazione, presso la confluenza del canale dell'Usciana coll'Arno che formava un gagliardo punto di difesa. Possesso antico dei Cadolingi, fu costituito in castello, franco dalle imposizioni, nel XIII secolo, chiamandovi ad abitarlo le popolazioni di alcune vicine parrocchie. Preso nel 1260 ai Lucchesi dai Ghibellini guidati dal Conte Guido Novello, parzialmente distrutto nel 1333 dalla terribile inondazione dell'Arno, cadde nel 1339 sotto il dominio dei Fiorentini, i quali lo rassettarono e lo ricostruirono alla foggia delle loro terre del Valdarno Superiore; di

STATUA DI S. PIETRO. (Fo

Padule di Fucecchio e che scorre ai piedi delle colline sulle quali sorgono le ville di Montefalcone e di Poggio

GAMO NELLA CHIESA DI S

enze non lo incorporò nel suo territorio. Della sua rocca, che occupava la sommità della collina attorno alla quale gira come una ghirlanda il caseggiato, non restano che poche tracce, come pochi resti avanzano delle mura e delle torri, una delle quali serve oggi di campanile alla chiesa collegiata di S. Giovanni Evangelista. Questa, di remotissima origine, conserva all'esterno resti della sua originaria struttura; ma in essa più che altro importa osservare due oggetti che ne adornano l'interno, reso insignificante dalle moderne trasformazioni: il pergamo ed il fonte battesimale. Il pergamo di marmo, sostenuto da esili colonnette che posano su

u un giorno castello de' Lucchesi. Fra questo castello e la bella villa di Montecchio, un giorno Gr

E BATTESIMALE DI DOMENI

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