el mistero l'etimologia del nome col quale esso è distinto fin da tempi remoti. In antico esso ebbe fra
castello di Signa, piantato sul colle che dominava la confluenza del Bisenzio nell'Arno, fu considerato come un baluardo di guardia e di difesa del territorio fiorentino ed al temp
A. (Fot. I. I.
ia, il Beato Allucio, al quale premeva soprattutto di salvaguardare la vita dei numerosi pellegrini, che allora vagavano per l'Italia, dai pericoli ai quali erano esposti dovendo traversar l'Arno in tempo di piena su ch
disastrose vicende e Castruccio Castracane, condottiero delle milizie di quella Repubblica, sdegnato per la resistenza trovata nei dife
RENZO - PERGAMO. (Fot.
entro più cospicuo di una fiorente industria tutta toscana: la lavorazione della paglia da cappelli. Anzi il Pr
ole pergamo dell'XI secolo ed i resti di molti e notevoli affreschi che ne adornavano le pareti. L'attuale Pieve di Signa è dedicata a S. Giovanni Battista e fin da tempo lontano fu di patronato del Capitolo della Cattedrale fiorentina, del quale si vede sulla facciata lo stemma elegantissimo di terracotta invetriata. L'interno, originariamente a tre navate, ha subìto infinite trasformazioni, nelle quali sono stati però preservati gli oggetti d'arte che l'adornavano. Di questi, due specialmente meritano di essere ricordati: il bel fonte battesimale del 1480
BATTISTA - FONTE BATTESIMALE.
te in mezzo all'ampia pianura limitata da poggi lontani; i poggi convergono invece verso il
ina, è stato oggetto delle più fantastiche supposizioni de' vecchi scrittori. Molti di essi, a cominciare dal Villani, han detto che il monte che chiudeva la valle formando ne' piani sotto a Firenze come un gran lago, venne artificialmente tagliato per dar esito alle acque ed il volgo designò anche il santo che per opera miracolosa ruppe le aspre rupi
base dei quali si cavano in gran quantità pietre che servono specialmente ai biso
lo, che oggi serba solo il ricordo delle sue antiche fortificazioni, era fino dal 1000 uno dei fortilizi a difesa del territorio della Repubblica Pistojese. Presso alle sue m
(Fot. I. I. d
se su di un'altura, dalla quale egli, compreso di profondo entusiasmo, potè profonder lo sguardo attraverso ad un ampissimo panorama e seguire i capricciosi serpeggiamenti dell'Arno da Firenze fino a Empoli. Parve a lui che nessun'altra località potesse prestarsi per crearvi un delizioso
DELLA GOLFOLINA. (Fot.
fianco tutti i fabbricati per il servizio, per la paggeria, per il materiale occorrente alle cacce e delle ampie scuderie. Nell'interno vasti e severi saloni decorati di pietrami, colle pareti rivest
rme, che rifuggiva dal fasto tradizionale dei suoi antecessori, non sentì per Artimino le attrattive
ta dai poggi, che con ripido declivio scendono fino al fiume, formando di tanto in tan
DA UNA STAMPA DI G. Z
uoi bruni fabbricati medievali, è il borgo di Brucianese, uno dei vecchi porticciuoli fluviali, dal quale trasse origine la famiglia fiorentina dei Pandolfini. Su di un colle vicino è la sua vecchia chiesetta, S. Maria a Lamole, nella quale due belle tavole, una di scuola botticellesca e l'altra della maniera di Filippino Lippi, subirono la mutilazione delle parti estreme per essere adattate dentro
ome un sobborgo del vecchio
si ed ai Conti di Capraja loro alleati, eressero nel 1204 un forte e ben munito castello che custodisse il passo dell'Arno e l'accesso nella valle della Pesa. Colla
esta capra non ci
ORGO DI BRUCIANESE. (Fot
e caduta la loro residenza in possesso dei Fiorentini, si ridusse ad un modesto luogo d'osservazione affidato alle
portanza per la copia di fabbriche e di fornaci dalle quali
o influirono anche su questa industria paesana, la quale diffuse dovunque piatti con figure dipinte, grossolane immagini sacre e specialmente una quantità di piccoli v
NTELUPO. (Fot. I.
almente gli artefici che, chiamati qui da Faenza fino dal XV secolo, seppero imprimerle il gusto e la leggiadrìa propr? di quell'arte fiorentissima nella loro città. Montelupo ha saputo serbare fino a' nostri tempi una
Podestà che vi risiedettero, il vecchio castello e la chiesa che vi stava dentro non son più che un ammasso di rovine, e nulla d'interessante
O. (Fot.
e distanza dal castello. Di queste opere le più importanti sono due antiche tavole: una che rappresenta l'incoronazione della Vergine in mezzo ad angeli e a cherubini, opera della prima metà del XV secolo; l'altra nella quale
ra a filaretto di pietra e le finestrelle a feritoja. Nell'interno, in gran parte trasformato, non rimane che un grandioso cibori
DI PESA PRESSO MONTELUPO.
d ogni modo, trattandosi di località non troppo lontana dalla valle dell'Arno, non sappiamo resistere al desiderio di additare uno dei luoghi, che nei rispetti dell'arte, come in quelli della storia, offre una speciale attrattiva; vogliamo dire il castello di Monte Gufoni, la forte residenza degli Acciajuoli, dimora di Messer Niccolò Gran Siniscalco del Regno di Napoli, quando deliberò la costr
EVANGELISTA. BOTTICELLI: MADONNA C
divagazione, ritorniamo senz
chio dettat
upo si ve
ersone e po
tà ed importanza, tanto che var? individui da essa derivanti, chiamati in Sardegna, furono Giudici o governatori della Gallura e di Arborea. Ma a parte i diritti dei suoi conti, su Capraja dominarono soprattutto i Pistojesi i quali nelle fiere lotte delle fazioni, tennero costantemente ben munito quel f
NELLA PIEVE DI S. IPP
nessun oggetto d'importanza, della sua rocca restano appena poche tracce insignificanti; e dei suoi fabbricati parte sulla p
, fa oggi la concorrenza a Montelupo, quasi ad evocare il ricordo delle vecchie gare che spingevano l'un con
e passò fra i domini della corte Medicea. Non fu mai un vero e proprio luogo di villeggiatura della suntuosa famiglia toscana, ma una semplice stazione, un luogo dove facevano sosta i Granduchi e i Principi, allorchè nelle loro pesanti e sfarzose carrozze viaggiavano fra Firenze, Pisa e Livorno. Nelle
ELL'AMBROGIANA. (Fot.
perchè, abbandonata dagli ospiti illustri, servì prima di carcere femminile, poi fu destinat
NA STAMPA DELLO ZOCCHI). (F
I PESA (DA UNA STAMPA DELLO ZOCCH
o si allarga nuovamente per formare la vasta pianura empolese, ai lat
ato attorno ad esso si distende. Di lassù l'occhio si posa su Firenze mollemente assisa fra la deliziosa corona dei suoi colli, si spinge fino alle vette eccelse e nevose dell'Apennino, dopo esser passato sui caseggiati delle città di Prato
GIUSTO SUL
rovine maestose della chiesa di S. Giusto, un edifizio del X secolo, che fu per pochi secoli asilo di solitari monaci e la vecchia badia benedettina di San Ba
colline, che popolate di paesi, di villaggi e di case fanno
GIUSTO SUL
apraja il diritto d'esser sede dell'antico comune. Limite possiede una specialità degna di nota. Posto sulla sponda di un fiume che non è quasi mai navigabile, esso ha un
Pesa e dell'Elsa, inalzano il loro pittoresco profilo. Più alta di tutte le altre è quella di Monte Castello, dove una villa s
d Empoli, si succedono lungo la vi
VIA JACOPO CARRUCCI. (Fot
la Robbia, quindi Cortenova dove la chiesa di S. Maria conserva una Annunciazione dipinta a fresco dai Gaddi e finalmente Pontorme. Il torrente Orme che scende dai
NAZIONE DEL CASTELLO D'EMPOLI (AF
e artista del XVI secolo, Jacopo Carrucci, che dal nome del loco natìo volle chiamarsi il Pontormo. A lui appartengono due tavole rappresentanti S. Giovanni Evangelista e S. Michele Arcangelo che adornano un altare della chi
ue torri, nè le mura, distrutte da una piena dell'Orme, è oggi
LA COLLEGIATA DI S. A
PO
più ricche della nostra regione, circondata da campagne feracissime e da luoghi popolosi, la terra d'Empoli fu come una grande stazione, un immenso deposito di tutti i prodotti del suolo, di tutte le merci che servivano ai bisogni di una gran
EGIATA - DOSSALE D'ALTARE DE
ersi, perchè si connette agli avvenimenti più imp
COLLEGIATA - DOSSALE D
lla costruzione della facciata della pieve, una delle più antiche e più famose di Toscana. E fu dinanzi a questa pieve quel mercatale ricordato fin da' tempi in cui, protetti dall'autorità imperiale, dominav
- ANGELI DIPINTI DAL BOTTICINI, N
ura a dar largo sviluppo a questo luogo che doveva esser per lei e per il suo commercio centro di prosperità e di forza, e dopo averlo munito di mura gagliarde, di torrioni e di fossati, dette fo
llo di Empoli, il quale, come fu oggetto di grandi premure per parte dei Fiorentini, così fu costantem
A - LORENZO MONACO: MADONNA E SAN
a inesorabilmente deliberata la totale distruzione di Firenze, se Farinata degli Uberti con nobile e fiera arditezza non avesse difesa la patria a viso aperto; l'altro la espugnazione del castello per parte delle tru
il colpo più fatale per la minacciata città, la quale, stretta da ogni parte, impotente a
IATA - ANNUNCIAZIONE, ATTRIBUI
per le industrie che vi prosperano, e si potrebbe annoverare fra le città considerevoli della Toscana, se qualche decret
LA COLLEGIATA - S. BI
dritte, Empoli va di continuo allargando il suo caseggiato, tanto dalla parte della ferrovia, quanto da quel
TE ANGELI CHE SUON
IATA. MINO DA FIESOLE: LA MADO
el suo territorio, come S. Salvatore del Vescovo, S. Miniato al Monte, la Badia Fiesolana. Una iscrizione incisa nel fregio superiore, determina l'epoca della costruzione, l'anno 1093. L'interno, che doveva essere d'aspetto grandioso e solenne, diviso in tre navate coperte da tettoje a cavalletti, fu ridotto nel secolo XVIII allo stato presente dall'architetto Ruggeri, il quale volle pur completare la facciata detur
- DELLA ROBBIA: DOSSALE D'ALTARE CO
di questa illustrazione, ad un fugace e
- DELLA ROBBIA: DOSSALE D'ALTARE CO
EGIATA - DELLA ROBBIA: MADON
ello stesso Botticini, uno dei più fedeli e valenti discepoli del Verrocchio. Di quest'opera egli ebbe commissione nel 1484; ma la morte lo colpì prima d'averla compiuta, talchè il lavoro dovette esser finito dal figlio di lui Raffaello, pur esso artefice di alto ingegno. Lorenzo Monaco degli Angeli è rappresentato in questa raccolta dall'ancona nella quale si vede la Vergine col bambino Gesù seduta fra i santi Pietro, Giovanni Battista, Domenico e Antonio Abate, e fors'anche nel trittico proveniente dalla Pieve di Monterappoli e in due altri laterali di trittico. Oggetto di vive discussioni fra i critici è stata la tavola raffigurante l'Annunciazione, nella
ASOLINO DA PANICALE:
ELLA COLLEGIATA - P
olla mezza figura dell'Eterno Padre. Dei tre dossali d'altare con altorilievi in terracotta colorita, senza invetriate, provenienti dalla chiesa di S. Maria a Ripa, due presentano qualità che li farebbero ragionevolmente attribuire alla maniera di Giovanni Della Robbia. Generalmente però, si davano come lavori di Giovanni Gonnelli detto il Cieco da Gambassi, mentre per uno solo vi
A IN S. STEFANO - BERNARDO ROSSELLI
, un dipinto del Ligozzi, una piletta della maniera di Donato Benti, un caratteristico leggìo di bronzo, mentre nella cappella del Battistero l'attenzione del visitatore è attratta dall'affresco murale
ADONNA DEL POZZO O DI
ale, seguendo uno strano e ridicolo uso, si faceva annualmente ?volare? sulla sottostante piazza - abband
. In essa pure sono degne di nota alcune opere d'arte: la tavoletta di S. Niccolò da Tolentino del Bicci, una lunetta colla Vergine, il bambino e due angio
SANA. (Fot. I. I.
ella Misericordia, ha sull'altare le due figure in marmo di tut
alla forma presente nel 1621 dal Fracassa, architetto empolese, il q
ni dopo Montaperti e che ha la facciata adorna di affreschi della fine del XVI secolo, i resti della Rocca, incorporati nella fabbrica dello Spedale, la grandiosa fontana scolpita dal Gio
RTICOLARE DEL FONTE BATT