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Il Valdarno da Firenze al mare

Il Valdarno da Firenze al mare

Author: Guido Carocci
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Chapter 1 DA FIRENZE A SIGNA.

Word Count: 5238    |    Released on: 04/12/2017

intersecata in ogni senso da una fitta rete di comode strade, si distende a ponente di Firenze, e in mezzo ad essa mollemente serpeggia l'Arno, mentr

r ricollegarsi poi a Pistoja, corrono come due borghi interminabili di caseggiati che assumono i nomi

S. ANDREA A BROZZI. (Fot

e di ville, le due splendide dimore Medicee ora patrimonio della Corona: Castello e Petraja, poi Sesto, ampio ed industrioso paese, reso celebre dalla vicina manifattura di porcellane di Doccia, fon

ROZZI - PESELLO: CRISTO

strutte o abbandonate, presenta la sua vetta arida e brulla come quella d'un vulcano, verso la quale i vecchi fiorentini rivolgono quotidianamente lo sguardo, quasi a trarne l'oroscopo del tempo. D'estate i riflessi rossastri delle balze riarse sono un indizio di gran caldo; d'inv

Morello met

l'omb

BASSORILIEVO ROBBIANO N

l'Arno, è un'immensa estensione di campi e di prati che han preso il posto di quei tristi e paludosi t

l caseggiato ed i borghi si succedon

dar moto ad opifici e a mulini, è il primo di questi borghi nei quali l'industria

- CHIESA DI S. MAUR

. Leonardo e le Sante Caterina d'Alessandria e Lucia, venne fatto dipingere da Lionardo Buonafè a' primi del XVI secolo, quando era spedalingo a S. Maria Nuova: la lunetta colla figura di S. Zanobi è della fine del XIV secolo. Più interessanti sono le opere di scultura e prima d'ogni altra va ricordato lo stupendo ciborio o tabernacolo nel quale sono magistralmente accozzati lavori di scultura in marmo, in terracotta invetriata e in bronzo. Esso fu fatto fare per la corsìa delle donne nello spedale di Santa Maria Nuova di Firenze tra il 1441 e il 1443 e l'artefice a

A VIA PISANA. (Fot. I

CCIAJUOLO PRESSO IL PONTE A GREV

ALMA. (Fot. I. I.

una tettoja di legname elegantemente scolpita e adorna di policromie originalissime, ciò che costi

ci affreschi del XIV secolo, recentemente scoperti e riparati, e nell'interno una tavola della maniera di Fr

hissima e conservano, oltre che parte della loro struttura primitiva, opere d'arte di notevo

A - CIBORIO. (Fot. I

one del XI secolo e possiede diverse opere di scultura degne di ricordo, come il fonte battesimale di marmo, costituito di frammenti

d'Arrego, detto il Pesello. A questi due dipinti meritevoli di figurare in una chiesa di maggiore importanza e degni di un museo, sono da aggiungersi: un'ancona d'altare coll'Annunciazione ed i Santi Eustachio e Antonio abate della maniera di Lorenzo Monaco; una tavola che si attribuisce a Francesco di Giovanni Botticini, colla Vergine, il putto, S. Sebastiano, S. Bartolomeo, S. Jacopo e S. Anton

S. Donnino a Brozzi nella quale si conserva un'interessante ancona giottesca, S. Piero a Ponti che ha sulla por

no sparse con tanta profusione nelle chiese della Toscana: un bel dossale d'altare della maniera di Giovanni Della Robbia colla Vergine in trono, il bambino Gesù, due santi e d

UNA STAMPA DELLO ZOCCHI). (

il tributo delle sue acque limacciose; nobilmente limacciose, sia lecito dire, perchè giungono alla foce do

e, del quale parleremo dopo aver con eguale rapidità per

la base delle dolci colline che seguono parallelamente la linea del fiume, la via Pisana, amp

della Porta di S. Frediano dai magistrati della Repubblica, circondati dal loro seguito suntuoso e lungo questa vi

TIMO - LA PARTE TERGALE. (

gradito alimento alla popolazione fiorentina e che oggi forniscono i più lontani paesi de' loro lussureggianti prodotti. Difatti fin da' lontani tempi sono celebrati nel

rgono fra la verzura dei campi vecchie e graziose chiesette che, se lo comportasse l'indole della nostra pubblicazione, meriterebbero tutte di essere illustrate per le loro storiche ricordan

re grandi archi di pietra che nel serraglio portano gli stemmi della Repubblica, mentre un vaghissimo tab

IEVO QUATTROCENTESCO NELLA P

e massicce torri, ornate di merli ghibellini: il castello di Calcherelli, chiamato più modernamente l'Acciajuolo, che fu dei Davizzi, la potente famiglia che ebbe in Firenze il severo palagio in Via Porta Rossa, passato dipoi nei Davanzati. Calcherelli, ch'è oggi una casa di fattoria, evoca il ricordo di un truce dramma che vi si svolse negli ultimi anni della libertà fiorentina. Neri di Piero Davizzi per odio contro la moglie che teneva quasi prigioniera in questo cupo maniero avito, le propi

ci verso i piani ubertosi e vi s'interseca come le volute e i meandri di una trina e su quei colli, parte ridotti a coltura

dia a Settimo. Adornamento maggiore di questa chiesa è un grandioso ciborio marmoreo che serve oggi per conservar l'olio santo. è un de

ire; ma si può invece affermare senza esitanza che l'

TIMO - ANTI

che conserva quasi intatta una sala nella quale Bernardino Poccetti con tutta la brillante leggiadria del suo colorito ritrasse il trionfo di Psiche, e la villa

SETTIMO

adolingi, Monte Cascioli. Quel castello, i cui signori davano molestia a' passanti ed al ristretto territorio della Repubblica Fiorentina, dette ragione ad una dell

ed ampio viale. è Castel Pulci, fortilizio un giorno di quella famiglia Pulci che dette alle lettere poeti gentili e che, dopo avere avuto in patria potenza grandissima, subì nelle

tanto i fianchi ed il tergo; ogni altra parte fu raffazzonata ne' tempi moderni. Delle opere d'arte che, scampate alla dispersione, adornano ancora questa chiesa, la più interessante è un bassorilievo donatellesco in terracotta colorita che il popolo chiama per antica consuetudine la Ma

, per la sua storia, per le manifestazioni

A SE

MO - FACCIATA

ieme meraviglioso i caratteri di un forte castello medievale toscano, colle tracce dell'architettura francese di tempi remoti e colle forme classiche e gentili del rinascimento fiorentino, la pone in prima linea fra gli edifizi monastici p

O - TRIBUNA E

i monaci Benedettini e fu qui che nel 1068, secondo narra la tradizione, S. Pietro Igneo fece la famosa prova di attraversare il fuoco. Ai Benedettini successero nel 1236 i monaci Cistercensi che venuti di Francia riformarono il monastero e ne costrussero alcune parti nuove. Comincia da qu

elli del contado, esentando il monastero dalle gabelle e dalle decime ecclesiastiche. Tenendo poi conto della grande importanza militare del luogo dove la Badia era posta, vi fece costruire attorno solide mura e torri, mandando

- CIBORIO - SCUO

a prelati benaffetti della corte Romana. Eugenio IV concesse la Badia a Settimo al cardinale Domenico Capranica e dopo di lui ne furon commendatari tre altri celebri c

colo. Nell'interno, attorno ad un gran chiostro jonico che si attribuisce a Filippo di Brunellesco, si distendono gli ampi e grandiosi edifici monastici, uno de' quali conserva tuttora il suo caratteristico aspetto. è un ampio locale a tre navate coperte da v?lte che si svolgono sopra

namenti di laterizio di carattere ogivale, ha nella sua parte interna subìto infinite

ELIQUIARIO. (Fot. I

LIQUIARIO. (Fot. I.

resenta immediatamente alla mente dell'osservatore di questa cappella che ha una strettissima analogia colla bellissima sagrestia di S. Felicita di Firenze. Sotto la chiesa è l'ampia cripta del XI secolo a grandi

DEL CASTELLO. (Fot.

ma, che muove da un basamento circolare per diventar poi esagono, ricordando la struttura di alcuni campanili pisani, è stato attribuito a Nicola, a Giovanni Pisano, a frate Guglielmo; e le congetture più strane si sono per qualche tempo basate sulla interpretazione

A FIORENTINA. (Fot. I

e ebbe sorti anche più disgraziate, sarebbe lungo il parlare. Basterà accennare invece a quegli oggetti che, avanzi di un patrimo

- ANTICO SPEDAL

olla Vergine, il bambino e due angeli, che sorreggono una cortina, attribuita a Fra Bartolommeo, ed un'altra che raffigura il martirio di S. Lorenzo, opera firmata di Domenico Buti, colla data 1574. Di antichi

il ciborio di marmo di fattura squisita, attribuito da taluno a D

avorati a bulino ed a rapporto, che reca la data 1479; di notevolissimo pregio è pure un altro tabernacolo di stile ogivale con pilastri laterali, statuette e delicati ornamenti colla identica data ed il nome del monaco Niccolò di Bernardo Broli che lo fece eseguire. Un altro è a form

AFFRESCO NELL'ATRIO. (Fot

ricchezza degna dello splendore di questo storico e singolare monumento, c

bero un più diffuso ricordo. A S. Colombano a Settimo è la casa che fu culla della famiglia di Benozzo Gozzoli; al Ponte a Stagno è un tabernacolo di

molo a Settimo, attorno alla quale ebbero fin da tempi remoti ampi possessi e turrite dimore m

NDI - CAPPELLA DEL BATTISTERO.

cano la vecchia e la nuova v

so il poggio di Malmantile, la Lastra venne dalla Repubblica Fiorentina cinta di mura e difesa da torri, quando le milizie pisane, guidate dall'ardito condottiero inglese Giovanni Aguto, cominciarono a scorrazzare nel 1377 per il contado fiorentino. Un più solido e regolare sistema di fortificazioni ebbe la L

NDI - TRIBUNA E ALTARE MAGGIOR

lenzioso castello e che per la struttura loro ricordano quelle di Vico Pisano, una delle

i, mancano ora in gran parte del coronamento merlato, come pure sono

LO E IL BORGO. (Fot. I

XVI secolo fatta fare nel 1565 dal Podestà Marsilio Ficini. Dinanzi al Pretorio è un tabernacolo o maestà adorno di un affresco della maniera di Fra Bartolommeo. Più interessante è l'edifizio che fu un giorno lo Spedale di S. Antonio, eretto nel 1411 dai Consoli dell'Arte della Seta di Firenze per testamento di Francesco di Leccio di S. Miniato. La facciata, che conserva intatto il suo aspetto primitivo, è oltremodo caratteristica. Le mura sono adorne

iù prossime è il leggiadro villaggio di Calcinaja, dove sorge la chiesa di S. Stefano di antichissima origine, ma rifatta nel XVII secolo. All'esterno della chie

IN SELVA - AFFRESCO SOPRA LA PO

dei Cadolingi che i Fiorentini distrussero nel 1107. L'antica chiesa del castello, S. Michele, o

è la cappella del battesimo tutta decorata di caratteristici affreschi eseguiti attorno al 1430 da Bicci di Lorenzo, come risulta dai documenti posseduti dalla chiesa: cotesti affreschi, che erano stati imbiancati, vennero rimessi in luce nel 1891. Il fonte battesimale di marmo, adorno negli specchi di graziosi bassorilievi, fu scolpito nel 1423. Di opere di pittura esistono nella chiesa d

DI LECCETO. (Fot. I

nza importantissima questa, perchè forse lascia supporre che il disegno possa essere opera di Leon Battista Alberti, letterato, umanista, archi

L PALAZZO DELLA TORRE. (Fo

il castello è quasi deserto e le sue pittoresche mura turrite vanno lentamente cadendo in rovina. In compenso è popolatissimo il vecchio borgo che conduce alla Chiesa di San Pietro in Selva, la parrocchiale antichissima di questo luogo. All'esterno della chiesa sono degli interessanti affr

piccolo convento eretto nel 1480 per i Domenicani di S. Marco dalla famiglia Strozzi. La bella architettura dell'interno ricorda la maniera di

e va a Montelupo, per collegarsi colla strada più m

DELLE SELVE. (Fot. I

zzo della Torre, oggi casa modesta di pigionali, un giorno signorile dimora dei Pandolfini che vi ospitarono per qualche ora Carlo VIII Imperatore quando, recandosi a Firenze, dovette piega

l XIV secolo, si presenta ora sotto la veste sfarzosa del secolo XVII, mentre della sua antichità non serba che il bel lastrone sepolcrale del Beato Paganini scolpito nel 1

ANDI - TAVOLA DEL XV SECOLO.

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