img Il diavolo nell'ampolla  /  Chapter 9 No.9 | 100.00%
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Chapter 9 No.9

Word Count: 10776    |    Released on: 04/12/2017

e mese dopo che Celso Dondelli era laggiù, entrando nella botteg

sulla seggi

ra è

, domandò

r Ce

er

lso l'ora era già giunta (ed egli non lo sapeva); per lu

la testa reclinata allo schienale pareva obbligato, adesso, a mirar sempre in alto; e tentava al contrario di

ezza! E c

-

le disse di dover parlare al conte prima di ripartire per Tripoli. Si

la conoscenza egli, per incarico di Celso Dondelli, caduto in bat

na raccoma

ca che è mor

ofe dietro alla poltrona

zio, - dis

zio sorrise, quasi ridesto

tu?... I

fficiale, mentre la

o nella sua

o chiamò:

qui,

Ce

l'ultimo volere. E mise l'anello nel dito che la signorin

leofe ruppe

-

ione a capitano, tornò al palazzo Agabiti. Disse alla signorina, erede del conte

nello che aveva nel dito; sollevò

itano - rispose -.

NTAMIL

ozione cerebrale e lesioni interne; smarrimento della coscienza; nessuna speranza -; appena ricevuto il terribile annunzio,

.. ora Demetrio moriva senza riconoscere l'amico. Moriva: l'occhio vitreo e immoto; il volto disfatto e cereo;

alla gola, scappò nella camera attigua e si a

imponeva a lui, l'amico intimo, prediletto. Al commendatore non restava che un parente, quel nipote così diverso da lui, e gli avev

vizioso e corrotto per beneficare le pie instituzioni a cui aveva dato tutto sè stesso. E pensò:

e travolge è enorme, anche i pensieri che a ragione

datore; poi, con improvvisa ripresa d'energia, s'alzò, chiamò il servo, andò a sedere

abilità....: qui dentro ci potrebbero essere carte di

che fa

i.... Sapete?..

inandosi prese il

strette le tempia fra le palme, Amaldi ritenne nella mente il pe

to in uno scrittoio aperto. No? Ma qual uomo è così prudente da non cadere in qua

che servo l'uomo di fiducia, e lui l'amico, vigilerebbero, e in ogni caso provv

e conseguenza. Aperse il cassetto di mezzo e guardò. Ma senza curiosità e intenzione ferma;

n tutto il sangue al capo, al volto, in un'apprensione ontosa, con un'impressione indefinibile di colpa e di repugnanza, con un impeto d'ira e di rabbia c

a quelle carte, tra quei documenti..., i

lettera, il carattere (.... anche il profumo) era di Rina. Di Rina? Ebbene, fosse pur st

chè? No no! Quella lettera non era di Rina, ecco tutto! Pazzo! pazzo a lasciarsi allucinare da una somiglianza di scrittura. Dunque,

mpare, cercava scam

busta, e vide che non c'era la firma, e

e possedeva una f

Non si muore! Egli richiuse. Credè d'aver voce bastevole a chiamar Giovanni appena fo

te le energie superstiti, entrò invece nella camera del mor

L'am

er il braccio, lo trascinò

schianto, della ferita ricevuta nel cuore a tradimento, senza piangere, senza gridare all'

opo un convegno. Assicurava l'amante da

: ?A casa ho trovato la cartolina che mi asp

? Oh se avesse potuto non ricordarsene! Era tornato....: il 14 maggio. Ave

o su la busta? si leggeva benissimo: 12-5.... Dunq

dente! Ch

affranta e pallida all'annunzio della disgrazia; e solo allora sentì lo spasimo della ferita

e! L'altro, inta

io. E passò, tra

vanni a

nsiglio Provinciale e

e in un precipizio. Quei signori si condolevano con lui, più che amico, fratello del commendator Lecci.... Anche, volevano informars

nelle condoglianze, Corrado u

esso di me; ma non si procede all'apert

o erede, ritarda qualche giorno a tornare, come conosce

i.... Il sig

signor

ito. Rispondeva a stento che il commendatore sdegnava i funerali chiassosi; che disapprov

una messa di requiem. Ma la messa, quando fosse richiesta o permessa dal te

accordarsi su le onoranze, quando il medic

occhi torbidi; e Giovanni scappò via gemendo. L'assessore guardò l'orologio e disse: - Sette e venti

re con il dolore di chi perde il fratello lo stupore del mist

ngere, dissimulare

-

lo, egli si comportò così, come aveva sentito la necessi

ndetta. Oh sfogarsi! sfogare l'amarezza dell'onta patita e l'onta dell'ipocrisia a cui era stato trascinato come in un baratro; sfogare tutto l'odio che gli si era addensato in veleno nel cuore; esasperare con vol

sangue, a immaginare il castigo

e a lui non era concesso - no - nemmeno l'inconsulta a

era possibile vendicarsi in tal modo; non doveva ucciderla; non cacciarla, sgualdrin

lo. Non poteva vendicar il suo onore senza provocar uno scandalo enorme; ma per evitare lo scandalo, per salvare il suo o

itore sia stato morente o morto? Per quale misterioso interesse hai dissimulato fin all'ultimo? Per quale vergognoso passo hai accompagnata la salma all'ultima dimor

re osceno; e gli pareva che tutti coloro che co

..; e finchè l'altro v

o onesto, un gentiluomo; e cadere, affoga

i un tempo, non resse più.

o, rientrando in città. E non osò rincasare fia

di riflessione pacata; di silenzio;

condurlo, invece che a casa

errara. Per non scrivere o telefonare alla moglie mandò un impiegato a casa a

davver

o; non poteva fuggire al dilemma che gli si ve

a vedere che non ignorava, già prima, la colpa della moglie; o il mondo non sapeva, e guai per lui se si vendicasse. Rivelerebbe lui la sua sventura

sè stesso. Invano. Il pensiero di rimettere all'avvenire una decisione gli era insosten

cui era stato chiamato a Ferrara; anzi quei discorsi, così lontani e diversi del

e un bisogno d'uscire da quella sua agonia; con un solo pensiero fisso e, solo esso, ragionevol

la colpa, le direbbe: - Ho tentato di salvare il tuo onore salvando il

del limite che divide la ragione dalla follia; e allora non indietreggerebbe, non esiterebbe davanti al

lla negazione disperata; o della confessione umiliante, o dell'invocazione di pietà e di perdono. La immaginava di nuovo in una c

ente, ecco venirgli incontro la moglie frettolosa e,

e stamattina per una cosa di grande pre

va. Tranqu

per gettarla in faccia all'adultera. E lesse; e intanto che leggeva, Rina, nel vederlo affoscare sempr

Via, malafemmina! - Rispose: - Null

a domandò ancora con dolcezza

re, assent

Una cosa turpe, laida, lurida; una schifezza orrenda

lettera

metrio Lecci, aperto a richiesta del di lui nipot

rtire che riconfermi la sua fede di fronte allo scherno osceno e tirannico

roe! Se non che il mon

to stimato e amato in vita, che hai tanto onorato in morte, che hai acc

o sa, o n

il mondo ignorava la sua colpa; non avrebbe corso il rischio di contaminare post mortem la fama di tutte le sue belle virtù con un atto che disonorasse il benefattore no

ebbe stata stoltezza metterlo i

ett

e potuto investire, assalire l'adultera, chiamarla infame? Essa avrebbe ribattuto,

ntuomo, un gentiluomo agli occhi degli altri e di sua moglie, Corrado Amaldi doveva prendersi le cinquantami

desinare? - chiam

ne sparse i minutissimi pezzetti fra le carte del cestino; e ra

Ve

a altro

ELLA

nella stanza del fr

han detto le Raffi: dei

onso interpretò quel silenzio e quello sguardo quali segni di apprensione per

a at

e augurando la

no, su la terrazza, egli osservava Vega, Arturo e Antares. - Attento?

perchè non aveva avuto gli amici con cui si intratteneva volentieri egli, alle chiac

driana - soggiunse -; se era

se, e, quando poteva, scampava dai fastidiosi argomenti di leghe, di soprusi mu

li giovava più del bromuro. Finchè l'occhio gli

utt'altro! Ma è vittima di una ambizione meschi

quistandosi stima invidiabile pur in città, dove si trasferiva l'inverno. Ma nel luogo nativo quasi per necessità doveva sorreggere i conservatori, e prepararli alla riscossa. - Bel gusto! - mormorava,

o e conceduto alla lega dei birocciai, per la ghiaia; di una frode nella misura delle birocce. - E io, forse, dovrei stare attento quando pa

- Domani sera lo domanderò a lui. - E chiuse il libro. E l

la prenderanno, al solito, con lui e con noi. Anche con me? Oh io non

-

e in primavera risplende mirabilmente e che col suo fulgore dovrebbe esortarci tutti a considerar più in là del nostro naso, della nostra terra e del nostro sistema planetario. Sapete con quale velocità corre la luce? Trecentomila chilometri al minuto secondo! Dico trecentomila chilometri al minuto secondo. Bene: sapete quanto tempo impiega Sirio a mandar a noi il suo fulgore? Sedici anni. Dico sedici anni! E sapete a che distanza corrispondono sedici anni di luce? A centocinquantasei bi

ogni questione, commentava ogni

li dimostravano sottentrasse un sentimento di compassione, e doveva a Adriana - moglie di Alfonso da quattro anni - se aprendo gli occhi nella realtà del suo dominio egli aveva cominciato a disgustarsene. Non però un'intenzione maligna induceva Adriana ad essere sempre ironica con lui. La frivolezza e la mondanità (del mondo, naturalmente, fuori di Castelronco) sembrav

eppure.... Si direbbe vana, eppure.... Si direbbe tal quale tutte le signore della

. Certe sue mosse, certe occhiate al marito, certe attitudini sdegnose o certe ostentate espressioni d'affetto quando Alfonso tornava a casa dopo le

to! Adriana è innamorata pazza di Alfonso; ne è appassionata;

stessa compiangeva chi sfuggiva

i di

imondo! Amate, fin

egli ris

la vostr

o è ma

to? E intanto vi sfug

meg

si usa in terra e non fra gli astri? Non avete ancora compreso che la vita è amore e amore è la vita? Non avete an

. Pe

amore.... E la vecchiaia può essere la tranquilla, beata,

sclamò ridendo Raimondo.

e cieco!

negli studi, a quel dilettarsi di una cultura superficiale e varia, al compiacimento di poter discorrere, con nozioni vecchie e nuove, di astronomia, di fisica e di chimica, di botanica e zoologia e m

nto che immergersi nell'ignoto con l'ingenuità d'un bam

a e dal cielo, in mille modi e mille forme, le tentazioni dell'ignoto e le pr

tua ambizione insoddisfatta, se

-

gli rifiutava tutti

signora, aveva da poco lasciato l'esercito, ed essendosi comperato una villetta a Castelronco, presso a quella dei Graldi, nell'amicizia dei Graldi trovava incitamenti a

dire delle corbellerie. Quando il poeta superava in lui lo scienziato, la fantasia gli rendeva verosimili le più strane

nessuno, o, tutt'al più, si rivolgeva a Adriana,

omeni, eh

n una delle sue gaie

è poco! Chi

e sospiri le discussioni serali e le cognizioni che s'impartivano a vicenda: afflitto don Paolo che alla dottrina dell'amico mancasse la

-

to - e Alfonso non ne aveva più tenuto parola nè Raimondo se ne era più ricordato -

piano, timid

da pa

e metteva, un po' di lungo, all'ing

bra stralunato. Pa

apporto ai neovitalisti....; della - ah, sì! - della pluralità dei mondi abitati - sì, sì - in rapporto alla religione e al dogma. E in presenza di donne egli

iso ironico di Adriana. Infatti al tema pericoloso li aveva condotti, que

azzato quando seduto sul sedile, t

mia prudenza, anzi il mio

so, della soggezione manifesta, e pentito c

don Paolo. Le

a; ma l'altro abbassò gli occhi, quasi a significare: - L

fossero risparmiate spiegazioni penose, e dolente di dover

hiacchiere.... La perf

che per l'amor della scienza si comprometteva i

ga, Raimondo non volle più ce

co. Ma non diamo

-, il mio timore è che le voci, le accuse anonim

o don Paolo!; si aspett

ttò di nuovo Raimond

quillò dietro di essi e li f

. E scendendo per l'erta, tr

llido, stent

si vedono le stelle, e adesso le sarà p

- Raimond

re di vista l

a signora con ricu

glio, certe volte,

ora fissò

o, che con tanto zelo compie quaggiù

sentì l'ironia

terloquì - mi giud

on avreste sempre

ciò libero il terzo di andarsene presto. Se n'andò, do

dia - pensava. - Mi ha c

-

na notte quasi insonne, sebbene

lba; spalanc

ti dentro da lungi ed estesi da onde che vibrassero basse e dense, quasi staccate dall'aria che le recava. Rari abbaiamenti e gallicini fiochi.

e poco dissimili da quelli: la superiore anima degli uni non era radicata alla terra come la vitalità degli altri? Il pensiero non era forse vincolato alla materia bruta? O forse Adriana, nella sua ignoranza, scorgeva il vero? Unica realtà capace di id

ppasse affannosamente la strada, credè ricordarsi che Alfonso aveva detto di restare assente tre giorni.... Ma nell'avanzare il galoppo cadeva a trotto uguale; scemava; cessava. Alfonso? No. Non

ò. Non sognava. Qualcuno apriva le imposte della ringhiera. Balzò e corse alla finestra e.... Come in un sogno volle gridare

e scale e nella loggia; e lo

delle Raffi! Solo adesso le ricordava! E insieme, d'un tratto, vide quanto avrebbe dovuto intendere prima, a poco a poco, se avesse ricordato e riflettuto: l'ammonimento del fratello (?sta attento?), le parole

entando - Dio! Dio! - pareva rinfacciare a lui la storditezza, la debolezza, la viltà che non aveva saputo impedire, che

ringeva in pugno il revolver. S

tel

con cui aveva detto quella sera: - st

ho u

O NEL

o. Il sole, nel sereno purificato dalla pioggia della mattina, la irradiava, vi si rifletteva quasi in liquido argento; e ove dilagava nel letto più ampio, l

la: ritti su le birocce essi schioccavan la frusta ed incitavano con voci di iù! mentre trattenevan le redini; ed i cavalli a testa alta, scuotendo le sonagliere, entravano nella corrente e godevano a diguazzare in

a: troppi digiuni e troppe bòtte. E quando non era ancor a metà del guado, si fermò. Si fermò rigido, a orecchie chine, con intenzione

zzando, intanto che raccoglievano dai mucchi la ghiaia e la caricava

iposo e di pace che irresistibilmente l'attirasse, la bestia si abbandonò e cadde; e Sugnazza battè il petto contro il riparo

ato l'asino! - esclamarono quegli a

u la bestia morta e vi si distese per il lungo, la testa poggiata su le braccia e la faccia

stia i birocciai, al ritorno, tiraro

mbrava voler passarsela così la su

-

di pane a credito per qualche giorno, da qualche fornaio, lo avrebbe trovato; ma poi, cosa fare? Lavorare a opera? Chi l'avrebbe preso, ormai che il cuore gli ballava il trescone a ogni sforzo e i polmoni arsi pativan sete d'aria p

per la biroccia, o morir di

uaderne il mondo e dire: - O voi che potete mi aiutate, o io mi lasc

on per altro che per il modo con cui la vinceva sul suo compagno di sventura

l grido annunziatore della tempesta incurvava il dorso quasi per offrir più alto il campo al randello e uscir tosto di pena; teneva stretta stretta la coda quasi per sottrarre sol esso, il suo unico inutile schermo; e finchè i colpi erano sopportabili interrompeva un istante l'andare abb

i, Sug

regua all'umanità. Tutti riconoscevano un po' sè stessi in quell'asino (siamo al mondo per soffrire); ma la

, l'arciprete, la Congregazione di carità, gli avventori, e, quantunque non fosse in lega, i fratelli della Camera del Lavoro, subito raccoglierebbero sussidi e offerte affinchè il disgraziato non si lasciasse morire là nel fiume, con l'asino. Certo: bastava informarli di questo

-

ugnazza, e lo canzonavano con le grida e le apostrofi che egli usava con il suo asino: i monelli preferirono passare di là dalla strada e dalla sponda destra calar nel greto già asciutto; indi metter mano ai ciottoli. Della bestia non si scorgev

toccò Sugnazza proprio dov

ena, urlò con quanta voce potè: - Lasciatemi stare! Il fiume è di tutti! Qui sono e qui sto; qui voglio morire, se chi può non mi aiuta! Diteglielo! - urla

ello splendore dell'acqua si sarebbe detto un fantasma non più pauroso rimasto là fuor d'ora

bocca, la notizia and

e il sindaco, che giocava l'ultima part

o oggi; se no, si applica la multa a t

ugnazza - diss

ppestar l'aria e l'acqua, perchè,

ccia - ribattè il sindaco.

il campanaro venne a raccontare che Sugnazza av

arciprete commentò. - Speriamo che non ne c

ente della Congregazion

ta mattina, è crepato

n comico atto di dis

va fa

Ch

'as

ose

ti benestanti, e non dimanderan

ario esilarò i compagni, che vi ri

asino. Con i quattrini che ha risparmiat

ero fatto tutti nel suo caso: andò in cerca d'un altro birocciaio che, come quello, non stesse alla tariffa della Lega. Nè il divertiment

morti - borbottò Sugnazza.

-

a la pena era adesso nelle visioni dell'inedia: torbide, tristi; di pianto. Bieca e cattiva più che ogni altra l'affannava l'imagine dell'u

ossato nel cuore e nel petto, bruciato da

no - s'era dovuto amputare il braccio; e il processo; e la condanna; ecco ciò che era avvenuto in gioventù ad Andrea Porta non ancora detto Sugnazza; ecco come l'odio aveva per venti anni avvelenato d

er vedere se fuori di lui, nel mondo silenzioso, fosse già buio, Sugnazza si voltò supino, con fatica estrema. Quante stelle!

mpassione di lui che m

-

e! A

marsi col suo nome. Piegò a pena il viso; e diresse lo sgua

i quando hai detto quello che hai detto. Ma non s

e sulla costa! Nel silenzio, palpitavano di luce quasi in una gara instancabile; ed e

io ho la donna all'ospedale, e non c'è speranza che si rimetta; e sai che lavorava lei per me,

Era proprio

colti,

tretto a cercarlo con lo sguardo estremo. E una luc

veva aperta per osservar lui - la lanterna con la quale affascinava i ra

dell'altro. Destino! tu hai rovinato me, io te. Ma io ho qualche risparmio, della donna, e ti posso aiutare; e tu, me. Ti compero io la bestia; e cond

- Ma per rispondere sospirò, e in quell'istante, in quel sospiro si s

LO NELL'

lla casa che metteva a soqquadro, procedeva nell'esorcismo, non ne aspettava il compimento; scappava via troppo presto, lasciando l'esorcista con un palm

to rimandarlo una buona vol

rie diaboliche, e, se non a castigarlo come si meritava, perven

e?

ta aperta, ecco apparirgli una fiammella vivida; una sulfurea fiammella che roteava a mezz'aria e si dirigeva, pari a una freccia, verso di lui. In un istante, per istintiva difesa, egli afferrò di su la scrivania ciò che gli venne alle mani, e fu l'ampolla dell'acqua con cui allungava le chiacchiere da inzeppare i clienti; e il caso vo

i smorzava nell'acqua, anzi si riaveva più fulgida; ma godeva perchè, conosciuto che era uno spirito, egli pensava d'aver in sua balia una forza da trarne inestimabile partito. E rideva; e mentre contemplava l'ampolla

vocati di Burgfarrubach; e naturalmente non rimosse più di là lo strumento della sua fortun

berazione, si trovasse troppo male al fresco dentro la boccia, s

è nel priore di certi frati, i quali avevano il convento su un monte lontano dalla città. Ed essendo sal

etto pieno di monete. Ahimè! a vederle pensò che con l'oro si posson far molte e belle cose, non una: vincere la morte. Ond'ebbe paura di morire; ebbe

a che non si risolse a mandare per quel tal monaco

peccatore disse: - Padre reverendo: in salvezza dell'anima mia lascio al vostro

to? - chies

dell'ampolla, là, sullo

? - dimand

o che mai abbia inf

-

se soverchia pena. A studiare e meditar la vita di Sant'Ilario taumaturgo aveva imparato uno scongiuro che nemmeno l'arcidiavolo potrebbe resistervi; nemmeno Lucifero. Da uomo prudente gli b

e; ne avevan gran bisogno; e quanto alla boccia, si rim

i più ingenui, pensò: ?Non si riuscì mai a rimandare questo reo spirito all'inferno perchè non fu mai possibile trattenerlo sin alla fine degli scongiuri. Ma ora è qui dentro, e ben ci sta; e a suo dispetto dovrà udire sin in fondo quel c

gioconda, così arguta che al buon priore cascarono le braccia. Rimase atterrito. Non aveva pensato, poveretto, che l'esorcismo di Sant'Ilario era rivolto alle invasioni diaboliche i

que l'ampol

di bene. Vampe davanti agli occhi; strani cachinni agli orecchi

piuto, efficace scongiuro bastasse a scacciarlo? Rompere l'ampolla all'aperto? Le sacre storie riferivano terribili esempi delle vendette che gli spiriti neri prendevano se fugati in ispazi indifesi: súbite accensioni dell'ar

piangeva e lottava notte e giorno contro le

tero uno scongiuro; se lo scongiuro più efficace era quello di Sant'Ilario; se lo scongiuro di Sant'Ilario aveva efficacia certa nelle invasioni personali, l'astuzia, la vittoria stava nel trovar persona in cui allo sfuggir dalla boccia lo spiri

osso, di sguazzarci dentro! E senza dubbio si ostinerebbe a rimanere nella insolita ambita stanza (un frate!) anc

i cadesse in colpa, e che il priore per conoscerlo all'uopo lo confessasse, e confessandolo non lo assolvesse prima d'aver

rore pur di un fraticello che fosse savio e pio? Gran prudenza, sì, richiedeva la buona fama dal monastero da mantener intatta. E il priore parlò ai fratelli con grande prudenza. E disse che agevole sarebbe la via del Cielo se non la impedissero le lusinghe del mondo

-

ore non seppe più quale scegliere per la funzione dell'esecrata ampolla. Tutti erano caduti, e come! Ah l'umana miseria! Ah la poten

iberazione affannosamente sperata. E con il panico dell'atteso evento, con la smania d'uscire dall'angustia così a lungo prot

to che si mutava in riso di follia.... Orribile! Al diradar del fumo, esterrefatti, videro, tutti i frati videro il lor priore che si

elo pietà. Piangevano. Non perciò cessava lo strazio orrendo! E i più anziani diedero il buon esempio; cominciarono a confessare ad alta voce le loro colpe, a

gli appendeva al collo un breve coi nomi dell'Onnipotente: Hel Heloym, Sother, Emmanuel, Sabaoth, Agia, Tetragrammaton, Otheos, Athanatos, Jehova, Saday, Adon

ignazzava, or parlava una strana lingua, or fremeva sputa

salmo: Vicit leo de tribu Juda; e chi l'ungeva con l

tutto

ante i demóni; e chi aspergeva l'invaso, lo inaffi

studiavano di operare insieme; ma lo spirito invasore

iorno dopo digiunarono; sempre in preghiera. Il giorno seguente si recarono

, digiuni, orazioni, elemosine; nulla! C

-

gli, restava, pervicace e tenace, nel luogo di sua soddisfazione; nel corpo di colui che, maggior colpevole, aveva mandato gli altri alla colpa. Nè i fratelli sapeva

ire alla volta di lassù un uomo di aspetto venerabile, a cavallo d'una mula d'aspetto venerabile. Giu

qui a studiare su di voi frati l'?elaterio della facoltà di astrazione?. - Ma che elaterio! L

più istruiti - chi egli era; anzi si persuasero meglio che venisse mandato dal Cielo. Era un dottore, e un dottore d'U

midamente l'ebbero informato del

ondo magazzino della sua mente; guardò al ripartimento demonografia e scórtovi argom

ma di tutto fosse necessario condurlo dove avevano

o dottore; come non udisse quelle strida, non vedesse quelle contorsioni convulse, quegli impeti di at

) - Magia operativa e magia divinatoria - riti di espiazione - formole, erbe e pietre magiche.... (Oh che profonda lezione!) - Negromanzia; la

no intorno tutti i frat

atini erroneamente detto il padre del

portasse la liberazione dell'infelice. Ignoravano, poveri frati, che scopo degli eruditi è di mostrar

nei loro sgabelli, chinavano il capo sul petto e a occhi chiusi ripo

a e lamentevoli, mentre gli occhi smarriti ricercavano la perduta cosci

il priore mandò un fragoroso sospir

Laus Deo! Osanna! - E corsero a sciogliere il redento. E - laus Deo! laus Deo! - tutti si inginocchiar

-

non abbandonava mai un argomento senza averlo, secondo diceva, sviscerato o esaurito, ripigliò il discorso dal punto in cui era rimasto interrotto. Come se nulla fosse acca

della Provvidenza; e tanta era la foga che egli metteva a seguitar con la fastidiosa discorsa, che dubitarono lo spirito maligno si

ui! Fuori l'invas

nte i loro recenti scapu

tanti scongiuri e religiosi assalti e rituali invettive, non aveva potuto, no, resistere all'intera lezion

pione! via,

aveva pre

All'inferno! - i

r la prima volta, da che era professore

to, alla vol

capezza, con cui l'aveva legata

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