Download App
Reading History

Chapter 3 No.3

Word Count: 26484    |    Released on: 04/12/2017

l delitto di magia, tom. V, p. 29. Sua crudeltà, t. V, p. 34. Sue leggi e suo governo, t. V, p. 37. Professa l'Arianismo, e perseguita i Cattolici, t. V, p. 43. Giusta idea della sua pe

e funebre pronunciata per lui e

mperi d'Oriente e d'Occidente, t. V, p. 20. Prescrive le più severe indagini sul delitto di magia, t. V, p. 29. Sua crudeltà, t. V, p. 34. Sue leggi e suo governo, t. V, p. 37. Assicura una

p. 318. Teodosio prende le armi per soccorrerlo, t. V, p. ivi. C

Assassina il Patrizio Ezio, t. VI, p. 459. Viola la mog

i questa Imperatrice, e di

l suo figlio Galieno, t. I, p. 379. Calamità generale dei Regni di questi due Principi, t. I, p. 379. Irruzione dei Barbari, e origine della confederazione de' Franchi, t. I, p. iv

Loro spedizioni navali, t. VI, pag. 506. Abbracciano il Cristianesimo, t. VII, p. 39. Motivi della loro fede, t. VII, pag. 40. Effetti della loro conversione, t. VII, p. 43. Adottano l'eresia d'Ario, t. VII, pag. 44. Persecuzione dei Vandali aria

stantinopoli,

Latino, e distrugge la sua armata, tom. XII, p. 136. Succe

collegano coi Francesi per la quarta Crociata, t. XII, p. 36. Condizioni del Trattato, e sua ratifica, t. XII, pag. 38. I Crociati a Venezia, t. XII, p. 41. Quivi s'imbarcano, e diriggono il lor

dozione all'Impero fatta da Adri

so dell'autorità episcopale, t. II, p. 312. Dignità del governo episcopale, t. II, p. 326. S

suo successore, t. I, pag. 110. Orig

sassinio di Costante, t. III, p. 376.

0. Loro conquista nelle Gallie e nella Spagna, tom. VI, p. 524. Loro conversione in Ispagna, tom. VII,

. VII, p. 428. Rispinto, e forzato a levare l'assedio, t. VII, p.

di questa Princip

di questo principe: s

ussia, t. X, p. 453. Suo

t. XI,

II, p. 35. Regna nell'Oriente e nell'Egitto, t. II, p. 36. Assediata nella sua Capitale, t. II, p. 37. Prigioniera di Aureliano, t. II, p. 42. Sua

d'Oriente. Suo re

o formolario l'Heno

ore romano. Sue conquiste

, p. 285. Invade la Cina, t. XII, p. 289. Invade Carizme, la Transossiana e la Persia, t. XII, p. 291. S

. IX,

gia, tom. I, p. 295. Spirito di persecuzio

I

O

i, De antiquitatibus C. P., 107-126); la sottoscrizione prova che Giovanni Paleologo fu associato all'Impero prima dell'anno 1411, epoca della morte di Crisoloras. L'età

και περαπλειν, alcuno disse che si poteva costeggiare e navigare intorno alla città di Atene). Ma quanto può essere vero intorno alla ci

irardon, e lo scultore gli ha date le giuste proporzioni di una statua equestre. Pietro Gillio ha parimente veduta la statua di Giustiniano che non posava più sopra una colo

e la chiesa, nel 1317, e la parte orientale della cupola rovinò nel 1345. I Greci esaltano, colla solita pompa del

sma de' Greci si manifestò la prima volta che ufiziarono a Venezia, e venne c

esprime con franchezza e libertà. Fra i moderni meritano distinzione il Continuatore del Fleury (t. XXII, p. 238-401, 402 ec.), e lo Spondano (A

pold (Herbestein, in Ramusio, t. II, p. 127); d'altra parte i Russi si posero sotto la dependenza spirituale dell'Arcivescovo, divenuto, dopo il 1588,

vj del Patriarcato. Gli avvenimenti di Ferrara e di Firenze vi sono descritti con altrettanta i

el tempo tralignarono in una Setta di astrologhi o ciarlatani. I Morvan, o Tsceremissi della Russia europea, professarono questa religione formata sul modello terrestre di un Re, o di un Dio, de' suoi Ministri, o Angeli, e degli spiriti ribelli, che al governo di questo su

13). L'epistola de' Greci colla traduzione latina tr

se più corretto, ma ho preferito il nome generalmente conosciuto a questa esattezza scrupo

comune. La libertà poi, se non è regolata da prescrizioni governative

Vita di Scanderbeg (pag. 145-146). La buona fede mostrata da Amurat verso la g

ofo turco. Avrebbe egli fatto lo stesso elogio ad un Principe cristiano che si fosse

, ch'ebbero origine quattro secoli circa dopo la di lei

r, Rohbaniat. Nondimeno gli scrittori arabi e persiani hanno trattato leggiermente q

nali avuti co' primarj Dervis, i quali per la maggior parte fanno ascendere la loro origine al regno di Orcano; ma non fa menzione

à inviarono ciascuno il lor contingente; e il Vescovato di Munster (che non è de' più grandi) somministrò millequattrocento uomini a cavallo, seimila fanti, tutti vestiti di verde, e dugento carriaggi. Le forze congiunte del Re d'Inghilterra e de

a convennero di una tregua d'alcuni mesi (V. Foe

nte e paragonati coll'abilità di un vero critico gli scritti de' Greci e degli Ottomani, le Storie dell'Ungheria, della Polonia e del

ormarsi alla pronuncia polacca, o per distinguerlo dal suo rivale, l'infante Ladislao d'Austria. Callimaco (l. I, part. II, pag. 447-486),

o Principe come personaggio molto operoso in questa Crociata. Sembra che dop

eria. Ma le Potenze maomettane son di rado istrutte degli affari della Cristianità, e la situazione de' Cavalieri di

hi in una sola battaglia; ma il modesto Giuliano riduce il numero de' morti a soli seimila,

nto: la differenza poi fra il dogma de' primi, e quello de' secondi è questa: i Maomettani ammettono soltanto l'unità di Dio, cioè che c'è un solo Dio senza trinità di persone, contro i politeisti, os

ero l'osservanza del Trattato sul pane eucaristico, ossia mutato nel corpo reale di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, pensando che cota

libro della terza decade di Bonfinio, che molto felicemente imita lo stile e l'ordine di T.

c. III, l. VI, p. 457, 458) e in altri Storici che hanno forse adoperata la propria loro eloquenza nel far parlare gli Oratori di questo secolo; ma tutti s'accordan

374. D'Anville, t. I, p. 312). Giusta la descrizione dell'Eussino data da Arianno (p. 24-25, nel primo volume de' Geografi di Hudson) essa e

ato di mantenere i patti della negoziazione. I Musulmani più semplicemente suppongono ch'ei si appellasse al Profe

lte dal valore, e sì spesso inventati dall'adulazione (Cantemiro, p. 90, 91). Callimaco (l. III, p. 517) dice con pi

scriptor. rer. hungar., t. I, p. 433-518), Bonfinio (Décad. III, l. V, pag. 460-467) e Calcocondila (l. VII, p. 165-179). I due primi erano Italiani, ma trascorsero la loro vita in Polonia e nell'Ungheria (Fabricius, Bibl. lat. medii infimae ae

247, ec.) e le guerre da esso fatte in Boemia (p. 515, ec.). Spondano e il Continuatore di Fleury raccont

ο Ιουλιανο?, πεπλατυσμε ω? αγαν και λογικω?, και μετ' επιστημη? και δεινοτητο? Ρητορικη?, di

l Re d'Ungheria ascoltare, nè arrossirne, la ridicola adulazione che confondea il nome di un villaggio de

plendido elogio ad Uniade, chiamato col singolar nome di Cavalier Bianco di Valeigne (Valachia).

comune la gloria di difendere Belgrado con Capistrano, Frate dell'Ordine di S. Frances

a prima ambizione di questo Principe era volta a meritarsi l'ammirazione degl'Italiani. Pietro Ranzani, Siciliano, ne ha celebrate le imprese nell'Epitome rerum hungaricarum. (p. 322-412). Galesto Marzio di Narni ha raccolte tutte le arguzie

Scanderbeg ai sette uomini che ad avviso di lui meritarono, senza averla cinta, una Corona; Belisario, Narsete, Gonzalvo

empi. La vecchia Storia nazionale di Marino Barletti, prete di Scodra (De vita, moribus et rebus gestis Georgii Castrioti, ec., lib. XIII, p. 367, Strab

tutto quanto si riferisce alla educazione e al

ve anni, novennis (Mar. l. I, pag. 1-6), fu dai Turchi rapito ai genitori, sarà ciò accaduto nel 1412, vale a dire nove anni prima che Amurat II salisse il s

i ha istrutti delle rendite

tanta miglia da Croia (l. I, pag. 17) era contiguo alla Fortezza di Sfetigrado, i cui abitanti ricusarono di attinger l'acqua

lla prolissa declamazione del prete Albanese (l. I

i Croia, di malattia per dir vero; ma questa ridicola favola è smentita dai Greci e dai Turchi,

nn. d'Ital. t. XII, p. 291) e dei suoi Autori originali (Giovanni Simoneta, De rebus Francisci Sfortiae, in Muratori, Script. rerum Ital., tom.

; 1463, n. 9; 1465, n. 12, 13; 1467, n. 1). Le lettere che lo stesso Scanderbeg scriveva al Papa e la testimonianza di Franza, riparatosi a Corfù, vicino

de' Castriotti il Ducange (Fa

sig. Swinburne nel suo viaggio all

esi, lo Spondano (A. D. 1445, n. 7) attribuisce sette o otto anni al regno dell'ult

c. 1, 6) è meritevole d

rima volta, (Serefeddino l. III, cap. 50), egli è possibile che abbia seguito il suo padro

vegetabili e minerali; gli animali vi erano di statura gigantesca, draghi di settanta cubiti, formiche lunghe nove po

grandem ibericam qua in Portugalliam est delatus. Un tal passaggio descritto nel 1477 (Franza, l. III, c. 30), vent'anni avanti la scoperta del Capo di B

nell'anno 1424. Non sarà cosa sì facile da credersi che durante ventisei anni in cui stettero insieme il Sultano co

le offerte di Agamennone (Iliade, l. V,

Domestico, zelante difensore del simbolo greco, e fratello della regina di Servia,

di questo conquistatore lo abbiamo da Franza (l. I, c. 33), in cui gli anni e la solitudine aveano raffreddati i sentimenti dell'odio. V. anche Spondano (A. D

e mostrò in pubblico alla religione. Disputò liberamente col Patriarca Genn

L'autore che ha tradotto il Franza in latino, ha dimenticata la lingua araba, ch

etto dagl'inviati del Duca di Milano. Evvi chi attribuisce allo stesso Filelfo l'intenzione di ritirarsi a Costantinopoli; la qual cosa mal concilierebbesi co' suoi Di

Opera che faccia menzione dell'uso delle bombe. Sigismondo Malatesta, principe di Rimini,

in qualche luogo che per ordine di Maometto erano state tradotte in latino le Vite di Plutarco. Ma se questo Sultano sapea il greco, una tal tra

tena e una collana d'oro con una borsa di tremila ducati; ma sono incredulo, al pari del Voltaire,

. 61). I Sofì della Persia a tale proposito offrono un catalogo più lungo e compiuto. E nell'ultimo

mo col nome di Calisto Ottomano. L'imperatore Federico III gli concedè un dominio nell'Austria, ove terminò i suoi giorni. Cuspiniano, che, i

a (c. 33), in Franza (l. I, c. 33; l. III, c. 2), in

(c. 34-42), Franza (l. III, c. 7-20), Calcocondila (l. VIII, p. 201-214) e Leonardo di Chio (Historia C. P. a Turco expugnatae, Norimberga, 1544, in 4.); l'ultimo di questi racconti è il più antico, perchè porta la data dei 16 agosto dell'anno medesimo della presa di Costantinopoli, ed essendo stato composto settantanove giorni dopo di essa, nell'isola di Chio, dà a divedere la prima confusione di idee e di sensazioni eccitate da un simile avvenimento. Intorno al medesimo si possono parimente trarre alcuni schiarimenti da una letter

43, 444) sono gli autori che danno a conoscere meglio la situazione della Fortezza e la topografia del Bosforo. Ma mi augurerei la carta, ossia

0), viene da Καβουρον, che in greco volgare significa testuggine, ?col quale, continua il Ducange, i Turchi voleano indicare un moto retrogrado fuor della fede?. Ma sfortunatamente per l'interpretazione del Duca

or prior arma movere constituit; parla con dileggio delle opinioni assurde dei cum sacri tum profani pr

a favola del cuoio, e dello stratagemma adoperato da Didone per fabbricare Cartagine. Questi Annali, fuorchè per

o Castello d'Europa, Franza non è affatto d'accordo con Calcocondila,

i Maometto, sì convinti dell'inflessibil rigore del lor padrone, che chiesero venisse loro tagliata

, che avea navigato sul vascello veneto, n

rvaeque Romanorum scintillae haeres natus, Andraeas, ec. (Fr

ntemiro,

o. Egli segue, è vero, la versione latina, ma nella sua fretta, ha trascurata

gli Orientali; sembra analogo all'idea de' sagrifizj, più antica ancora e più generale. V. alcun

ano; e può osservarsi che queste voci primitive, fatte per indicare i genitori, sono sempre la ripetizione d'una medesima sillab

i moderni questa denominazione classica è stata applicata ad un peso di cento e di centocinque libbre (Ducange, ταλαντο

monarchia universale nella letteratura. Onde il vediamo nelle sue poesie pretendere il ti

nelli, ha descritto, con tuono enfatico ed anche comico, la sua prodezza e la costernazione in cu

ucciar l'animo del Pontefice, il Platina dice in tuono d'abile cortigiano: In animo fuisse Pontifici juvare G

ond. Il dottore Iohnson ha ottimamente espressa questa

eeks dig up the

ed wealth of

, granted to thei

attled nations

furono trasportati

ella terra,

i li celar

l'oro ritog

prence conced

uerrieri avr

rte di Bisa

de' Cesar

. La maggior parte de' nomi e delle istituzioni della milizia turca precedevano il Canone Nameh di Solimano II, sul qual

rcica, p. 697). Il Marsigli prova che gli eserciti effettivi de' Turchi son men numerosi assai di quanto appa

cultus numerus. (Franza, lib. III, c. 8). Purchè si perdonino a Franza alcuni pregiudizj nazionali, non saprebb

iera imperfetta. Il Vescovo di Pamiers morì nel 1642, e la Storia di Duca, che parla di qu

solamente propter spem auxilii; e favellando di quelli che non vollero assistere al divin servigio in comu

o nel tempo de' due Concilj il pane azzimo e riconoscendo il primato del Vescovo di Roma, ed ammettendo il purgatorio ed altre cose, che per avere soccorsi contro i Turchi, che minacciavano perfino Costantinopoli; l'unione nella credenza fra Cristiani-greci e Cristiani

che avea difesa a Firenze cotesta unione, perseguendola poi a Costantinopoli con tanto accanimento, Leone Allazio (Diatrib. de Georgiis in Fabric. Bibl. graec., t

ro opinione, e fanatiche: si sa pur troppo che in cotali controversie non vi

etazione cappello di Cardinale. La differenza di vesti

la speranza di qualche miracolo; ma bisogna s

di Russia, che sono di cinquecento quarantasette tese di Francia. I sei miglia del Franza non

igua; tela modica; bombardae, si aderant, incommoditate loci primum hostes offendere maceriebus alveisque tectos non poterant. Na

pretende che l'abilità dell'artigliere evitasse questo disastro. è eviden

diedero il vanto di avere, in un combattimento di due ore accaduto nella Manica, tratti trecento

nelle sue prolisse narrazioni degli assedj di Rodi, di Malta, ec. Questo vivace Storico, fornito di una mente romanzesca

t. VI, parte I, p. 324). Vennero tosto adoperate nel 1487 a Sarzanella; ma il loro miglioramento appartiene al 1503, e ne viene attribu

Leonardo, quattro, Calcocondila, due: forse l'ultimo indica solamente i due più grandi; gli altri comprendono ancora i pi

erudimento della lingua e della geografia, quando fa che un vento australe tratteng

ttoman Empire, p. 372-378), in Thevenot (Voyages, part. 1, p. 229-242) e nelle Mémoires du baron de Tott

ta che ne offre Tucidide (l. VII, c. 71) dell'atteggiamento degli Ateniesi, allorchè, perpless

va cinquecento libbre. Il Bouillaud legge cinquecento dramme, o cinque libbre, peso

sce a questo fatto un motivo di superstizione. ?Gli Ungaresi, dic'egli, credeano che Costant

p. 96), che fonda sugli Annali turchi le sue narrazioni; pur sarei proclive a

imprese d'Augusto dopo la battaglia di Azio; l'altro, vero, si riferisce a Niceta, Generale greco del decimo secolo. Il ridetto Storico poteva a

da un Greco di Candia, che in una occasione di tal natura pre

ioni eseguite dai nostri, nel 1776 e 1777, sui laghi del Canadà,

a negoziazione, nè questa essendo stata, o gloriosa, o salutare, il fedele

figura orientale; ma nella Tragedia inglese Irene, la passione di

ce North, upon

above the won

the Pleiads' g

fury drag him d

e al di sopra delle nubi stupefatte, e li collocasse nel dorato carro delle

686, Eudacia in Ionia, p. 339; Apollodoro, l. III, c. 10; Heyne, p. 229, not. 682), e non han che fare coll'astronomia degli Orientali (Hyde, Ulugbeg. Tabul. in Syntag. Dissert., t. I, p. 40-42; Goguet, Origine des arts, etc; t. VI, p. 73, 78; Gebelm, Hist. d

αι αμαξαν επικ

'orsa an

non perchè adoperavano il nome di Dio, ma perchè vi frammetteano quel

a e di convento siffattamente da indurre il dubbio se Costantino lo abbia mai pronunziato. Leonar

à della vita, è un perfezionamento aggiunto alla dottrina del Vangelo sul perdono delle ingiurie: è cosa p

i mare, il Duca annovera dugencinquantamila Turchi, o a cava

o tratta con più riguardi e dolcezza; ma le parole di Leonardo da Chio manifestano un'indegnazione che era tuttavia nel suo primo impeto, gloriae, salutis, suique

palla, indi schiacciato sotto la porta della città. Franza, trasportato dalla disperazione, si precipitò in mezzo ai Turchi,

ta pianura,

; allorchè ai

un monte ap

e; e giunti

te; al gene

vvisar? Coi

si, in su que

n che di ne

pose il formi

peratore in luogo di salute, vorrebbe potere asso

sciuto l'Imperatore, non avrebbero perdonato a sforzi per salvare un prigi

che si trovavano alla bocca del porto, aveano

tantinopoli per vendicare le antiche sciagure di Troia; laonde i gramatici del secolo decimoquint

abitanti nel farne la guardia, che lungo tempo vi volle prima di far giungere ai lontani rioni la notizia della vittor

rossima pubblica sciagura, che mettendo spavento grandissimo negli animi, li dispone a ricevere le predizioni e a divenirne fanatici; quel linguaggio poi rassomiglia molto ad uno stile più antico. Vi sono sempre stati veri e falsi Profeti, e vi furono imperfette, e perfette predizioni; fatta dal buon credente l'eccez

rincipe di Lesbo (c. 44). Fino alla conquista di Lesbo, accaduta nel 1463 (Franza, l. III, c. 27), questa isola avrà ringorgato d

at enim eo turpiter et nefarie abuti. Me miserum et infelicem! Del rimanente, ei non poteva sapere ch

X, pag. 718). Sarei curioso di sapere come egli abbia potuto lodare cotesto pubblico nemico

anto che il padrone vero del cappello, era contrattato, venduto, e liberato, come un prigioniero di poco prezzo. La grande Cronaca dei Belgi orna di nuove avventure la fu

iritti della guerra e sulla schiavitù tanto comune fra gli A

nezia, Genova, Firenze ed Ancona perdettero cinquanta, venti e quindicimila ducati, sospetto sia stata dimenticata una cifra,

ati e le lamentazioni di

toria l'odio persecutore e sanguinario fra Cristiani-cattolici, e Cristiani-scismatici, e quello ancora che per simili cagioni venne, merita la nostra compassione riguardando a' traviamenti del fanatismo, riprovati dalla buona morale. L'uo

da Lauro Quirini al Pontefice Nicolò V (Hody, De Graecis

o che conta i giorni e le ore incominciando da mezza not

i, pag. 329, e le Pandet

mento singolare dell'antichità gre

di S. Sofia in Moschea, acerbo argomento delle lamentazioni di Franza e di Duca. è cosa non priva di ve

dall'applicazione che ne fu fatta. Così nel saccheggio di Cartagine, Scipione ripetè la profezia famosa di Omero.

bia fatto portare la testa dell'Imperator greco all'intorno per le province dalla Pe

ro, poterono inspirargli qualche sentimento di compassione o di perdono. Duca propende a lodarlo siccome un martire. Ca

ostri moderni viaggiatori. L'Autore del Compendio della Storia ottomana (tom. I, p. 16-21) fa una pittura esagerata della grandezza e della popolazione di C

o e delineato nel Tableau général de l'Empire ottoman (Parigi, 1787

a scritta in greco-volgare la Storia de' Patriarchi dopo la presa di Costantinopoli, inserita nella Turco-Graecia del Crusio (l. V, p. 106-184). Ma i leggitori, anche i più proclivi

-Graecia del Crusio, la schiavitù e le intestine dissensioni della Chiesa gre

prendere una città d'assalto che per capitolazione; ma, 1. sospette mi sembrano tali testimonianze, non citandosi particolarmente dal ridetto Storico alcun autore, mentre gli Annali Turchi del Leunclavio affermano senza eccezione, che Maometto s'impadronì

rio, sempre esattissimo nelle sue ricerche, sulle cose degli ultimi Paleologhi (p. 244-247, 248). Il ramo de' Paleologhi di Monferr

1-30) mostra eccedente parzialità a favor di Tommaso. Duca (c. 44-45) è troppo laconico; troppo dif

Calcocondila (l. IX, pag. 263-266), in Duca (c. 45

ibuisce centomila abitanti (Commercio del mar Nero, t. II, p. 72, e in quanto spetta alla provincia, p. 53-90). La prosperità e il commercio di questo paese

Calcocondila, l. IX, p. 258, 259). Peyssonel (Com. del mar Nero, t. II, p. 100) attribuisce alla moderna città di Sinope trentamila abitanti

II, l. V), narra l'arrivo del despota Tommaso a Ro

aleologo, serbandosi la Morea ed alcuni privilegi, trasmise a Carlo VIII, re di Francia, gl'Imperi di Costantinopoli e di Trebisonda (Spond., A. D. 1493, n. 2). Il

i l'osservazione, che i Francesi non avrebbero dovuto eseguire, se non se una traversata di mare di sole settanta miglia e facile assai; e che la dis

30) e la compilazione e le osservazioni del sig. di S. Pelagia (Mém. sur la Chevalerie, t.

a, la Gozia e la Finlandia, conteneano un milione e ottocentomi

osservazioni ha arricchita. Questo pregiabilissimo Annalista, e il Muratori, hanno narrato la sequela dell

ottomani di Giovanni Sagredo, edizione di Venezia del 1677, in 4. O in tempo di pace, o di guerra, i Turchi furono sempre scopo all'attenzione della Repubblica di Venezia. Il Sagredo, Procuratore di S. Marco, potè in virtù della sua carica, veder per entro a tutti i dispacci ed archivj della sua Repubblica, e l'Oper

o, di Zonara ec. I volumi della Bisantina (36 vol. in fol.) sono comparsi successivamente (A. D. 1648, ec.) per opera della Tipografia del Louvre, cui hanno prestati alcuni soccorsi le Tipografie di Roma e di Lipsia. Ma l'edizione di Venezia del 1729, meno costosa per vero dire, e più abbondante di quella di Parigi, altrettanto le cede in lusso e correzione. I Francesi che furono incaricati di q

roversia mise a sollevazione l'Italia contro l'Imperatore suo Sovrano, e diede occasione a Gregorio d'opporsi biasimevolmente al pagamento delle pubbliche gravezze, ch'egli non doveva confondere colla quistione del culto delle Immagini, e di prendere dominio tem

Romani e de' Batavi; e sul primo di questi esempj risponde; 1. essere l'alterazione, sofferta dai Romani, meno reale che apparente; e doversi attribuire alla prudenza de' Romani moderni, se tengono

leggitori, che mi è forza insinuar loro di richiamare

, che si tiene ai monumenti originali (Antiquit. ital. medii aevi, t. I, Dissert. 6, p. 99, ec.) e il Cenni (Monument. domin. pontific., tom.

la realtà dell'esercito degli Alemanni, ma quanto chiama

; e noi ne abbiamo, da Leone III fino a Leone IX, cinquanta, nelle quali vedonsi il titolo e l'effigie dell'Imperatore regnante; nessuna di quelle di Greg

ta di N. N. in

asti ostinatissimi non derivano d'am

o agli Arcivescovi, e i vassalli ai loro Signori (Schmidt, t. III, pag. 262). Era una delle più sagaci arti dell

a di N. N. alla

st. eccles., IV e VII) deplorano queste appellazioni che tutte le Chiese portavano innanzi al Pontefice romano; ma il Santo, che credeva alle false decret

hactenus aurum Roma refudit? et nunc Romanorum consilio id usurpatum non credimus (S. Bernard., De Cons

gli abusi in ciò, e quante le cattive e ridicole consuetudini, che, contrarie alle vere idee d

tronco, e dalla pianta atterrata lo svelgono. Ecco qual è il governo dispotico? (E

e definite coll'autorità de' Concilj, de' SS. Padri e de' Papi, e quindi il buon cattolico che crede alle Sacre Scritture, ed ai giudizj di quelle autorità, riceve per mezzo de' preti spiegazioni, istruzioni e precetti, g

liis et saepe vilissimis hominibus dati sunt in direptionem (De Nugis Curialium, l. VI, c. 24, p. 387). Nella pagina successiva, biasima la temerità e l'infedeltà de' Romani, l'affezione dei quali invano si sforzavano i Papi di cattivarsi con donativi

andia, il Capitolo di Seez avvisò di procedere senza il consenso del suo Signore alla elezione di un Vescovo. Goffredo ordinò che i Canonici e il Vescovo testè nominati venissero privati delle parti genitali, indi che sopra un piatto gli venisse portata la p

X insino a Gregorio VII, composte dal Cardinal d'Aragona, da Pandolfo da Pisa, da Bernardo Guido ec., che

diparto. Egli adopera e cita con magistrale sicurezza, la sua grande Raccolta degli Storici Italiani, divisa in vent'otto volumi, e benchè io l'abbia consultata, posseden

us trahens longa suspiria, accinctus retro gladio sine mora concurrit, valvas ac fores confregit. Ecclesiam furibundus introiit, inde custode remoto papam per gulam accepit, distraxit, pugnis, calcibusque percussit,

uam possibile esset, mallem unum imperatore

et intractabilis usque adhuc, subdi nescia, nisi cum non valet resistere (De Consideratione, l. IV, c. 2, pag. 441). Il

ernardo, comunque santo, era uomo; che avea potuto lasciarsi trasportare dalla collera, e fo

cile, separando i Romani in due categorie, di Cattolici l'una, di Scismatici l'altr

rta favorevole opinione di Arnaldo da Brescia. Ho fatto parola altrove della Setta de' Paoliziani (c. 54) s

; 1. II, c. 21), e nel terzo libro di Ligurinus, poema di Gunther, Autore che vivea nel 1200 (Fabricius, Bibl. lat. med. et infim. aetat., t

na eguali, quando nel suo Dizionario critico è venuto agli articoli Abelardo, Fulbert, Eloisa. Il Mosheim con somma aggiustatezza ne racco

8

atus a

meros vetitum co

CUA ducit, la

eta che trae partito, per fare un complimento, dalle angu

Anville, Notice de l'ancienne Gaule, p. 642-644); ma la Città e il Cantone mancavano di

. Curtim nostram Turegum in ducatu Alemanniae in pago Durgaugensi, unitamente ai villaggi, ai boschi, ai prati, alle acque, ai censi, alle chiese, ec.... tutte le quali cose formavano un magnifi

um multarum

si lasciò sfuggire una confessione importante, qui, utinam tam sanae esset doctrinae, quam dist

o consiglia

isque suis mo

are suo: nil j

mo, modicum c

o. Sic laesa s

um geminae se

er qui s'accorda co

nveisce violentemente contro Arnaldo (A. D. 1141, n. 3), cui pure dà colpa delle eresie po

annica, articolo Adriano IV; ma i nostri autori nazionali nul

iografo di Adriano IV racconta gli ultimi fatti di Arnaldo

ilitate quotannis fiebant, qui ad vetustum consulum exemplar, summae rerum praeessent; e il Sigonio (De regno Italiae, l. VI, opp. t. II, p. 400) parla de' Consoli e de' T

decimo secolo. Il Muratori (Dissert. 5) ha trovato negli anni 952, 956 un Gratianus in Dei nomine consul et dux, e un Georgius consul et dux;

e i successori di Carlomagno non rinunziarono ad alcune delle loro prerogative. Ma in generale, i nomi di Console e di Senatore che si usarono altra volta presso i Francesi e gli Alem

pocrifo un tale atto. Lo Storico Dithmar (Muratori, Dissert. 25) narrando la coronazione di Enrico I, accaduta nel 1014, lo rappresenta: A senatoribu

dell'instituzione di quest'Ordine, divenne un terzo ramo della repubblica, prima composta unicamen

ra il sistema democratico imm

ulos urbis ren

o secernere n

m, sanctum rep

as mutasque r

s et adhuc pe

evo Capitolia

erano chimere, altre si

presso al fiume, sia il mons Tarpeius, l'Arx, e che sull'altra sommità, la chiesa e il convento di Aracoeli, occupat

., Hist. I

positivo, ma opinione verisimile de' migliori Antiquarj (V. la Scienza delle Medaglie del P.

i che portavano gli oscuri nomi di Affortiati, Infortiati, Provisini, Parparini. Nel durare di quest'epoca, tutti i Papi, senza eccettuarne Bonifaz

di Roma dell'undicesimo secolo: Grandiora urbis et orbis negotia spectant ad romanum pontificem, itemque ad romanum imperatorem; sive illius vicarium urbis praefectum, q

18 l'elezione del Prefetto e la formalità del giuramento: Inconsultis patribus..... loca praefectoria.... laudes praefe

a eum publice investivit, qui usque ad id tempus juramento fidelitatis imperatori fuit obligatus,

, Chron. VII, 31; De gesti

amiglia Capuzzi ec., quorum temporibus melius regebatur Roma quam nunc (A. D.

il Senato assume il linguaggio dell'autorità: Reddimus ad praesens.... habebimus.... dabitis praesbyteria... jurabimus pacem et fidelitatem, etc. Lo stesso autore ne offre ancora una chartula de Tenimentis Tusculani, che porta per data il quarantasett

ere questa forma di governo, e l'Oculus pastoralis, che trovasi in fine di t

d'argento, aveano già trasportato dall'uffizio al

itur praetexta

Gabiorumque e

, Satir

23, 833, 836, 840. I pellegrinaggi e le sollecitazioni delle cause mantenevano in corrispondenza le Corti di Roma

robitatis, quasi reliquias, superstitiose nimis et pompose sustulerunt. Fuerat enim superborum potentum et malefactorum urbis malleus et exstirpator, et populi protector et defensor, ver

di Iamsilla (p. 592), il monaco di Padova (pag. 724), Sabba Malespini (lib. II, cap. 9, p. 808), e Ricordan

di Costantino, ne rimane tuttavia, e Bonifazio VIII avendola inserita nella sesta delle D

ione di quest'atto dell'autorità del popolo, ch'egli ha tolto dagl

tti i suoi colleghi vantare più eccelsi natali. Figlio di Leopoldo, marchese d'Austria, e di Agnese figlia dell'Imperatore Enrico IV, era divenuto fratello di Corrado III, zio di Feder

'Impero in cum statum, quo fuit tempore Constantini et Justiniani, q

ng., De gestis Freder. I

Advena fuisti ex transalpinis

traxit. Penes nos sunt consules tui, etc. Cicerone, o Tito Livio non avrebbero disd

eta alemanna, parla de' Franchi del dodicesimo secolo come della nazione regnante (proc

0-723). Nella traduzione e nel compendio di questi atti autentici e origin

e Cronache di Ricobaldo e di Francesco Pipino questo bizzarro

ave! Victus tib

sto Frederico

m! Jam sentis

proprias tibi

m urbs potes me

bant reges qui

gnoto, si scoprì nel Campidoglio, presso alle carceri di quel luogo, dove Sisto V l'avea fatto rinchiudere. Stava esso posto sopra

orze e dell'autorità degl'Imperatori in Italia; e i nostri leggitori potranno raffrontarne i racconti colla Stori

18). Può leggersi con molta soddisfazione questo passo di Floro che meritò gli el

lbanenses, Labicenses, et nuper Tiburtini destruerentur (Mattia Paris, p. 757). Ques

bborghi, per così dire, di Roma, e quanto egli dice sulle rive del Tevere, ec. Era egli riseduto lungo tempo in vicinanza di Roma. V.

ato emanato dal Governo romano, e nel quale trovavasi una espressione che feriva crudelme

a avuta la saggezza di ponderare le testimonian

to pontifizio, era Pietro di Roche, stato Vescovo di Winchester trentadue anni

e volte i partiti loro, pel grande loro potere su gli animi, furono terribili; l'espressione figurata la vigna del Signore, onde l'Autore disegna la Chiesa, non era da usarsi, perchè i teologi dicono che la Chiesa è il corpo mistico, cioè misterioso di Cristo, nel quale v

'allontanava assai dal vero cristianesimo e dalla

queste tumultuose elezioni; e Innocenzo, il cui merito era dubbioso, fu riconosciuto Papa soltanto, perchè l

ll'importanza, alle preminenze, agli abiti, ec. de' Cardinali, ma la loro porpora non ha conservato lo stesso splendore. Il sacro Collegio venne aum

canonica, l. I, t. 6, c. 3) vale a dire nel supplemento alle Decretali che Bonif

a veracità di un anonimo italiano, la cui Storia (Conclavi, in 4, 1667) è stata continuata dopo il regno di Alessandro VII. La fortuna accidentale dell'Opera offre agli ambiziosi una

osservati ne' gabinetti dei Re; colla stessa gentilezza che vedeasi adoperata alla Corte di Enrico III; con quella famigliarità che appartiene ai Collegi

3 buoni huomini, uno per rione?. Noi non abbiamo cognizioni bastanti su quella età per determinare qual parte di una tale costituzione fosse

on molto meno orrore di quello che ne dimostra il prudente Muratori. Coloro che hanno studiati i tempi barbari de' nostri A

iginale di Giovanni XXII (p. 142-145), la confessione dell'Anti

elicet in hospitiis locandis, in mercimoniis, in usuris, in redditibus, in provisionibus, et in aliis modis innumerabilibus. Quod cum audisset papa, praecordialiter ingenuit, et se comperiens MUSCIPULATUM etc-. (Mattia Par

sig. de Thou, che ha per titolo Histoire particulière du grand différent entre Boniface VIII et Philippe le-Bel, par Pierre Dupuis

do racconta che il paese d'Agnani si risente tuttavia di questa maledizione di Benedetto XII; e che la natu

ismo; e se faceva la satira della stupida credulità del popolo d'Agnani di quel tempo, avea ben ragione di farla;

t. XIII) l'imprigionamento di Bonifazio VIII e l'elezione di Clemente V. I par

nte VII, furono pubblicate da Stefano Baluzio (Vitae paparum Avenionensium, Parisiis, 1693, 2 vol. in 8), con lunghe note e ben fatte, e con un volume

li alla fantasia del Petrarca che alla ragione del Muratori. L'abate di Sade si va trovando in impaccio tra la sua affezione verso il Petrarca e l'amore di patria. Osserva modestamente che molti svantagg

ma, l'eresia del Conte Raimondo avea somministrato un pretesto agli stessi Papi di impadronirsi di questa Contea; e fin dall'undicesimo secolo riscoteano di

omma, perchè fu realmente pagata. Civitatem Avenionem emit... per ejusmodi venditionem pecunia redundantes, etc. (Secunda vita Clement. VI, in Baluzio, t. I, p. 272; Muratori, Script

luzio, p. 625, etc.). Nel 1331 il Papa ricusò due Prelati raccomandatigli dal Re di Francia, quod XX cardinales, de quibus XVI

Bibl. patrum, t. 25); sarei imbarazzato a decidere se il nipote di Bonifazio VIII foss

gli fu ed è disapprovato per avere voluto colle scomuniche sottomettere l'autorità del re di Fran

el Muratori, e il Chronicon Astense, nell'undecimo volume della stessa Raccolta.

mente VI si trovano nel Corpus juris canonic

i ogni specie di cura e lavori, quella restituzione periodica dei fondi, quell'affrancamento dai debiti e dalla servitù, ec., offrono una bella idea, ma l'esecuzi

56) nel volume decimoquarto del Muratori, e les

ue Lettres historiques et dogmatiques sur les Jubilées et les Indulgences (Aia, 1751, 3 v. in 12); Opera laboriosa,

ec., l'analogia degli altri avvenimenti, la testimonianza di Ottone di Freysin

d'interrogare il popolo romano per intendere dai singoli individ

iena di ardite verità, e di assurda pedanteria, che pretendeva applicare le massime ed anche i pregiu

imonianze dal Cronographus Maurigniacensis, e da Arnulphus Sagiensis de Schismate (in Muratori, t. III, part. I, p. 423-432). I fatti debbono

a critica ferma e moderata di questo Storico può forse avere offesi alcuni Nobili che delle favolose loro ge

e e coronazione di Bonifazio VIII (Muratori, Scriptor. Ital., tom. III, parte I, p. 641, ec.) ne fa c

s redimiti san

iri Romana a s

itos tantae v

e medios festu

tes toga soci

ta domus prae

tumque gerens

Jocis, nec non

ior, COMITES, A

rbis magnum sin

5, 100, p

are in consilio communi, e dinanzi al Senatore, il giuramento di non concedere asilo

una Storia compiuta e critica della illustre loro famiglia; la quale i

I, part. I, p. 335. Questa famiglia possede tuttavia vasti fondi nella Campagna

antenati di Martino V (Ottone Colonna). Ma il re di Prussia osserva nelle Mémoires de Brandebourg, che ne' suoi stemmi lo scettro è stato confuso colla Colonna. Per sostenere l'origine romana di que

nio Colonna, che avea comandate le galee del Papa alla battaglia di Lepanto (De T

nnali d'Italia,

decimoquarto, la persecuzione che soffersero da Bonifazio VIII, il carattere di Stefano e de' suoi figli, i loro litigi cogli Orsini, etc. (Mém. sur Pétrarque, t. I, pag. 98-110, 146-148, 174-176, 222-23

Imperatore Federico I (Villani, l. V, c. 1), e Sisto V abolì l'usanza di rinovare ogni anno la scomunica emanata contro di essi

7

te prox

qua prata vi

nt armenta gre

uisce origine francese alla casa Orsini. Può essere che

Giorgio (Murat., t. III, part. I, pag. 613, ec.) contiene il seguente

em nobilis

ana domus, vet

ro, pompasque e

anu grandi st

ces nec non f

iterat

leggesse Ursi, ed osserva che il primo pontifi

Script., t. III, p. 1). La prodigalità usata da Nicolò III a favore de' suoi parenti apparisce anche meglio dalle Op

a Antichità d'Italia, spiega l'origine d

a; ma due autori contemporanei, l'uno di Firenze (Giovanni Villani, lib. X, c. 220), l'altro di Roma (Lodovic

ha applicato il sesto Sonetto del Petrarca Sp

leoni, aqu

an marmor

sovente ed

tamente e il Poeta, e i contemporanei del Poeta; ma in mezzo alla Storia generale del secolo in cui visse l'eroe del racconto, lui medesimo perdiamo troppo sovente di vista, e l'autore comparisce talvolta snervato per troppa oste

cimoquinto, ma i circospetti Comentatori non s'accordavano, volendo alcuni che Laura fosse la Religione, altri

ma non, a quanto sembrò, per effetto di amore, perchè contrasse novelle nozze, sette mesi dopo la morte di Laura, accaduta

io di Laura. Gli è verisimile essere questo il motivo che gli ha suggerito il disegno della sua Opera, e lo ha fatto sollecito di rintracciare tutte le particolarità

t. I, p. 340-359) che ha seguìto le Opere del Petrarca, e le sue proprie nozioni locali. Essa per verità non era che un

ne, stampate in carattere piccolo. L'abate di Sade predica con forza per una nuova edizione delle Opere lat

Un secolo prima del Petrarca, S. Francesco avea ricevuta la visita di

'obbligo di somministrare due volte all'anno, e sotto tutti i regni, e qualunque fosse l'occasione, una certa quantità di versi, e una certa dose di cantici di lode da cantarsi nella Cappella regia, e credo, alla presenza de

gli agoni e dei premj massimi non solo per la velocità e per la forza, ma ancora per l'eloquenza e pel sapere. I Panatenei vennero imitati a Delfo, ma non v'ebbe ai Giuochi Olimpici alcuna corona per la musica fu

no aboliti che nel quarto secolo (Ausonio, De professoribus Burdegal. V). Se la corona fosse stata conceduta a poeti d'un merito straordinario, l'esclusione di Stazio (Capitolia nostrae inficiata lyrae, Sylv., l. III,

de' Capitolini (Plinio, Hist. nat., XV, 39; Histoire critique de la république des lettres, t. I, p. 150-220).

difendere la purità della sua progenitrice contro le censure di gravi per

5, t. II, p. 1-6, not. p. 1-13). Questi racconti sono tolti dagli scritti del Petrarca e dal Diario romano del Monaldeschi, c

o fra i documenti giustificativi alle M

suo francese biografo. Questi ha scritto il primo viaggio del Petrarca a Roma (t. I, p. 323-335); ma in cambio di tanti fiori di rettorica e di morale, sa

pubblicata a Parigi, nel 1748, in 12, dopo la morte dell'autore. Ho tolti da quest'Opera alcuni fatti e diversi documenti che trovansi in u

roprio soggetto, una vicenda politica, che fece nel Petrarca una sì viva impressione (Mémoires, t. II, p. 50, 51, 320, 417, not. p. 70-76;

9-104, in Muratori, Rerum Ital. scr

i stranieri. Contengono questi le particolarità le più autentiche sulla Vita di Cola (Nicolò) di Rienzi; erano stati pubblicati nel 1627, in 4., col nome di Tommaso Fortifiocca, del quale non parlasi nell'Opera, se non se come d'uomo punito dal Tribuno per delitto di

vasi descritta nel capitolo decimottavo dei Frammenti poc'anzi citati (p. 399-479). Questo capitolo, nella n

o era veloce lettore! moito usava Tito Livio, Seneca, et Tullio, et Balerio Massimo, moito li dilettava le magnificentie di Julio Cesare raccontare. Tutta la die se speculava negl'intagli di marmo le quali iaccio intorno Roma. Non era altri che esso, che

de' Romani col carattere facile de'

ni del Grutero (t. I, p. 242) e in fine al Tacito dell'Er

a tutti gli Antiquarj, ma non al Tribuno, che lo confondeva con pomarium (verziere), e traducea lo Jardino de Roma, cioene Italia; il quale significato adottarono e i

jus simulationem induerat, ut sub hoc obtentu liberator ille P. R. aperire

i, Dissert. 28). Verrebbe dalla prima versione che le famiglie di Roma ascendessero solamente a venticinquemila, la seconda le porterebbe a dugencinquantami

). Le quindici leggi pubblicate da questo tribuno trovansi presso lo

iloti, originarj di Napoli e dell'isola Oenaria, e meno abili dei piloti siciliani e genovesi. 3. Lo stesso naviglio tornava allora, costeggiando, da Marsiglia; assalito da una tempesta, si rifuggì alla foce del Tevere, ma mancatagli la corrente, fu costretto a naufragar

Camera de' Comuni, fu attonito del contegno facile e maestoso del Protettore sul trono (V. Harris's Life of Cromwell, pag. 27-34, sulle testimonianze di Cl

I, p. 111, 130 dell'ediz. Bettoni, Milano) e nelle Mémoires sur la vie de Pétrarque (t. II, p. 143-14

Luigi di Baviera: Johanna! inordinata vita praecedens, retentio potestatis in regno, neglecta vindicta, vir alter susceptus, et excusatio subseq

crisse al Rienzi (Opp., pag. 535-550) e la quinta egloga o pastorale del

αιτη τοιε επιτνγχανουσι των πολιτων... καταπατεισαιδαι δει, assomigliarsi nel contegno, nell'abito e nella vita ai seguaci dei cittadini.... il tribuno dee passeggiare, (è detto di C. Curione) και μη σεμνον ειναιτη τον δημαρχον οψει... οσω δε μαλλον εκταπεινουται τω σωματι, τοσουτω μαλλον αυξεται τη δυναμει, e non ess

lese questo titolo energico, ma barbaro,

ebbe, perchè desiderare non è adoperarsi per ottenere. Studiosissimo, zelantissimo renderebbe meglio il zelator, ma senza un verbo

trova nel manoscritto romano pubblicato dal Muratori. Di ritorno dal suo primo esilio, veniva dipinto siccome un

a questa via per avvicinare le due famiglie; fu apprestato a ciascuno de' due candidati un bagno d'acqua di rose; lor vennero apparecchiati letti con reale magnificenza, e a S

presso la Corte di Avignone, allegò che un divoto Cristiano non poteva avere profanato un vaso di cui s'era servito un Pagano. Cionnullameno quando venne lanc

o del Vaticano, viene negata dal biografo del Petrarca (t. II, not., p. 70-76); egli si giova però d'argomenti più spec

tò al suo tribunale, è l'Hocsemio (Du Cerceau, p. 163-

ta coronazione, verisimile per sè stessa, e confermata dalle testimoni

iedi ritti co le vraccia piegate, e co li capucci tratti. Deh como stavano

tenuta verso i Colonna (Hocsemio, presso Du Cerceau, p. 222-22

affatto identico nel Ca

to di matto e

dell

sè medesimo e al popolo romano, la gloria di questo combattimento, che il Villani (l. XII, c. 104) trasforma in una regolare battaglia. Il F

io. Dopo l'estinzione del primo ramo, questa Casa si è perpetuata ne' rami collaterali da me non conosciuti in un modo abbastanza esatto. Circumspice, di

la stessa Casa Colonna continuò sempre a proteggerlo. Nel 1318 le religiose erano in numero di dodici. Le altre figlie di questa Casa aveano la permissione di sposare i lor

(Fam., l. VII, epist. 13, p. 682, 685). Vi si vede un'amicizia annegata in mezzo al patriottism

aux Dieux de n'

privi di vezzo per gli eruditi (Rer. Ital., t. XXV, c. 31, p. 798-804), accenna o

te VI contra il Rienzi seguendo gli Annali Ecclesiastici di Oderico Rainald

et sanza fede. Era stato avo del Minorbino un astuto notaio che arricchitosi delle spoglie de' Saracini di Nocera, com

e turbolenze accadute in Roma fra l'intervallo della partenza e del ritorno del Rienzi. Non mi sono ferm

è dagli amici, nè dai nemici del Rienzi. Se questi avesse affermato, che il Regno dello Spirito Santo sottentrava in vece di quello di Cristo, che la

lmeno della buona fede di chi lo racconta. L'abate di Sade (Mém. t. III, p. 242) cita la sesta epistola del lib.

coll'armi e col consiglio l'autorità temporale ai Pontefici. Sepulveda ne ha scritta la vita; ma il Dryden non ha potuto ragion

re di Montréal, vissuto da ladro e morto da eroe. Capo di una compagnia libera (la prima di queste bande che avesse ancora desolata

tutte le particolarità (l. III, p. 12-25) l'esilio, la seconda amministrazione e la

e speranze deluse del Poeta (Mem. t. III, p. 375-413); ma il maggior cordoglio, benchè il più nasco

nte VI (t. II, p. 45-47) e nel 1336, ad Urbano V (t. III, p. 677-691); l'elogio dell'ultimo di questi Pontefici (p. 711-715), l'apologia del medesimo (p. 77

3

uoniam facies,

tisque malis l

effigiem; vetu

a v

l. II,

leggitori. Le lettere in prosa che il Petrarca scrisse ad Urbano V sono più semp

dibilità. S. Paolo scrisse rationabile obsequium vestrum. Si sa poi da quella parte d'istoria Ecclesiastica risguardante i P

mpressione che fecero sull'animo del Papa è attestata dai discorsi tenuti da lui medesimo al letto di morte, quando avvertì i circostanti ut caverent ab hominibus, sive v

lection générale des Mémoires historiques, t. IV, c. 16, p. 107-113). Fin dall'anno 1361 la Corte avignonese avea sofferte v

Trattato originale stipulato e sottoscritto nel dì 21 decembre

o, o di Clodoveo. Bonifazio VIII vi aggiunse la seconda per dare a divedere che i Pontefici, oltre al regno spirituale, un regno temporale possedono.

orno alle minacce degli ambasciatori romani e alla rassegnazione dell'Abate di Monte Cassin

e l'accoglienza che dal popolo ricevettero. Nelle dispute dello scisma vennero esaminate severamente, benchè con parzialità, tutte le circostanze; soprattutto allor quando accadde la grande verificazione

essità nella propria fede. Ma un filosofo non può essere di concorde avviso coi Greci ον οι θεοι φιλουσιν αποθνησκει νεο?, muore g

degl'Italiani e degli Alemanni, de' Francesi e degli Spagnuoli. Sembra che gli ultimi si mostrassero più operosi e verbosi in questa querela. Il loro

tione. Gl'Italiani li chiamano, senza riguardo, Antipapi, mentre i Francesi, dopo avere ventilate le ragioni d'entrambe le parti, si limitano a dubitare e

tivi di Carlo V, Re di Francia: ?Questo Principe ricusò di ascoltare le ragioni di Urbano

tra con quanto zelo la nazione inglese si movesse contra la fazione di Clemente; nè a sole parole si limitò questo ze

le, di Pietro Antonio e di Stefano Infessura, nella grande Raccolta del Muratori

lato Rex Romae, benchè tale titolo più non si conoscesse dopo l'espulsione dei Tarquinj. Ma si è sco

na Storia particolare, composta sulla traccia di autentici documenti da Pietro Dupuis, ed inserita nel settimo

golò spesse volte in ordine a ciò la condotta dell'Università di Parigi e della Chiesa Gallicana, come egli medesimo ne parla a l

to parecchi anni alla Corte di Roma, qual Segretario, abbandonò questa carica per assumere l'altra onorevole di Cancelliere della Repubblica di Firenze (F

a verità e la favola ai medesimi suggeriva. Comprendendo nelle Isole Britanniche l'Inghilterra, la Scozia, il paese di Galles, i quattro Regni d'Irlanda e le Orcadi, presentarono questi territorj di otto reali Corone, distinte per quattro o cinque lingue, l'inglese, la gallese, il dialetto della contea di Cornovaglia, la scozzese e l'irlandese; asserirono che la maggiore fra queste Isole era lunga, da tramontana ad ostro, ottocento miglia, corrispondenti a quaranta giorni di cammino; che la sola Inghilterra contenea trentadue contee, o cinquantaduemila parrocchie (asserzione un poco avanzata) oltre alle cattedrali, ai collegi, ai priorati, agli ospitali. Furono allegate la missione di S. Giuseppe di Arimatea, la nascita di Costantino, la legazione de' due Primati, ec.; nè venne

, diligenza ed eleganza, la Storia de' tre successivi Concilj di Pisa, di Costanza e di Basilea, in sei volumi in 4. La parte me

one della Bastia. La Storia numismatica di Papa Martino V e de' suoi successori venne composta da due frati, Moulinet, oriond

ra, sono i testi più sicuri ed originali che si abbiano intorno alla ribellione de' Romani contra Eugenio IV; il primo che vivea in

l descrivere la coronazione di Federico III, segue Enea

l. II, tit. 9); ed Enea Silvio, il quale si oppose a questa nuova pretensione del Pontefice, non prevedea che dopo il vo

enti di pelle, co' quali va alle feste di Testaccio e Nagone, non ferì forse gli sguardi di E

), i Caporioni (lib. I, c. 18; l. III, c. 8), il Consiglio segreto (lib. III, cap. 2), il Consiglio comune (l. III, c. 3). Il ti

i statuti cadendo in disuso, nè convenendo più per l'avvenire ai Romani, furono raccolti in cinque libri non pubblicati. Luca Peto, dotto giureconsulto

, t. II, p. 361), il Senatore di Roma era il sig. Bielke nobile svedese che aveva abbracciata la religione catto

6

te Tarpeio,

che Italia

d'altrui che

z. Spirto

dell

attato Stefano Porcaro con molta clemenza, e questi av

II, p. 1134, 1135) e in uno scritto particolare pubblicato da Leone Battista Alberti (Rer. Ital., t. XXV, p. 609-614). è cosa non priva di vezzo l'istituir paragone fra lo stile di questi due scrittori, e fra le opinioni del cortigiano e del c

ati ne' Giornali di Stefano Infessura e di un cittadino anonimo che ne furono spettatori. V. le

nd ce ne serait ce différend, la terre de l'èglise serait la plus heureuse habitation pour les sujets, qui soit dans tout le monde (car ils ne payent ni tailles ni guères aut

sua forza da quelle parole di Cristo riferite nell'Evangelio. Si autem peccaverit in te frater tuus vade et corripe eum inter te et ipsum solum; si te audierit lucratus eris fratrem tuum; si autem non audierit adhibe tecum adhuc unum vel duos, ut in ore duorum vel trium testium, stet omne verbum. Quod si non audierit eo

to era l'esercito pontifizio, che in un mese Clemente VIII potè occupare con tremila uomini a cavallo, e ventimila fantaccini lo Stato di Ferrara (t. III

e i Discorsi politici del secondo. Il Guicciardini e il Machiavello, Fra Paolo e il Davila degni loro successori, sono stati considerati a buon

di Carlo V, anticipazione che mi feci lecita senza scrupolo, siccome usai nel narrare prima del

XVI, XVIII) e nel Giannone (t. VIII, l. 33, c. 1, p. 203-232, edizione Bettoni). Due bacchettoni cattolici, Filippo II e il Duca d'Alba, osarono separare il pr

ambiamento dei costumi e le spese che trae seco il progresso della civiltà. Forse dimostra con trop

on fatta per inspirare piena fiducia. Nondimeno quanto vi si legge sul carattere del Pontefice, e sui principali fatti di questa Storia trovasi confermato neg

ricomparvero ancora dopo Sisto V. Non so trovare ove fosse la giustizia, o la grandezza di Luigi XIV quando, nel 1687, spedì a Roma un ambasciatore (il Marchese di Lavardin) con mille ufiziali, guardie e servi armati per sos

stratum gerens, de collocanda vivo pontifici statua mentionem facere ausit, legitimo S. P. Q. R., decreto in perpetuum infamis et publicorum munerum expers esto M. D. X. C. mense Augusto (Vita di

i de' Papi si scopre sovente lo stato della città e della Repubblica di Roma, e gli avvenimenti de' secoli XIV, XV trovansi r

, t. XII, p. 525. N. B. La fiducia che può essere inspirata da questo fragmento, viene alquanto diminuita da una singolar

Dialecto vulgari) A. D. 1327-1354, nel Muratori (Antiquit. med. aevi

num (A. D. 1370-1410) in Rerum ital

arium romanum (A. D. 14

historica romana (A. D. 14

Diarium rom. (A. D. 1472

omae (A. D. 1481-1492), t.

um romanum (A. D. 1294, 1378-1

izio, Hanov. 1897, in 4. I manoscritti che si trovano nelle diverse Biblioteche dell'Italia e della Francia possono gio

esse su i costumi, il governo, la religione ec. degli Italiani del Medio Evo con un supplimento considerabile di chirografi, cronache, ec. 3. Dissertazioni sopra le Antichità italiane, 3 vol. in 4; Milano, 1751, traduzione in italiano dell'Opera precedente, eseguita dal medesimo Autore, e che per essere citata merita la stessa fiducia del testo latino Antiquitates. 4. Annali d'Italia, 18 volumi in 8; Milano, 1753-1756, compilazione arida, ma esatta ed utile della Storia d'Italia, dopo la nascita di Gesù Cristo fino alla metà del secolo XVIII. 5. Delle Antichità Estensi ed Italiane, 2. vol. in fol.; Mod

egli scritti del Poggi, ed ivi (not. 1) ho parimente citata la data in cui comparve

cujusdam, ut puto, templi, marmoreum limen plurimasque passim confr

con tanta maestrìa dovea commovere vivamente un Romano, e i nostri studj dell

mentorum receptaculum factum. Respice ad Palatinum montem.... vasta rudera.... caeteros colles perlu

Poggi (p

l libro con brevissime, ma altrettanto giudiziose note. Scriptor, così si esprime, XIII circiter saeculi, ut ibidem notatur; antiquariae rei imperitus, et, ut ab illo aevo, magis et anilibus

o anonimo del nono secolo, che descrivendo le Chiese e i Luoghi Santi di Roma, accenna m

m. sur Pétr., (tom. I, p. 325, Dona

e se fossero innalzate, mille, o tremilaquattrocento anni prima della Olimpiade decimaottava. Ser John Marsham, che ha diminuita

e (Z. 146). Omero adopera di frequente

74-118; IX, pag. 172-187) pone accaduto questo incendio nell'A. D. 64, 19 luglio, e la pe

o consunti, Tacito novera il tempio della Luna innalzato da Servio Tullio, la cappella e l'altare consagrati da Evandro praesenti Herculi, il tempio di Giove Statore, fabbricato per adempire il voto di Romolo, il palag

diurnitate vel magnitudine redundans, omnia Romae aedificia in plano posita delevit. Diversae qualitates locorum ad unam convenere perniciem; quoniam et quae segnior inundatio tenuit madefacta dissolvit, e

9

avum Tiber

rusco viol

tum monum

aque

rm. l. I

razio, quella parte de' ridetti edifizj che fu consumata dall'incendio di

ac repurgavit, completum olim ruderibus, et aedificiorum

to proposito osservarsi quai progressi ha fatti la ragione. In un affare di tal natura noi consulteremmo del certo gl'interessi locali; ma

incia dell'America Meridionale, è quella di un terreno nuovo e selvaggio; ove le acque abbandonate a

ervato questo fatto singolare quanto incontrastabile,

notabili danni. Gli Annali del Muratori citano tre grandi innondazioni che produssero tr

fuga di Odino da Azoph nella Svezia, Storia alla quale non ho prestata seria fede giammai (V. quanto ne ho detto al capit. X). I Goti probabilmente

pitolo XXXI d

ap. XX

p. XXXI

p. XLII

p. XXVI

s multa bona obtulit (Anastasius vel potius liber pontificialis in Bonifacio IV, Muratori, Script. rer. ital., t. III, part. I, p. 135). Secondo un autore anonimo citato dal Mo

ssero sotterrati in Roma i lor tesori, e prima poi di morire indicati i siti ove gli aveano ascosi, filiis nepotibusque. Lo stesso Vacca narra diversi aneddoti per provare ch

ereis cooperta discooperuit (Anastas. in Vitalian., pag. 141). Questo Greco, vile al pari che sacrilego, non ebbe nè

nale di Papa Adriano I a Carlomagno (Cod. Carolin., epist. 6

ssone (A. D. 887-899), De reb. gestis Car. M., l. V

eas proestabat

ipuas pulchra

qua poterit r

tum Francia

p. 378), extruxit etiam Aquisgrani Basilicam plurimae pulchritudinis,

vitae consiliis et rationibus discordes, inhumani foederis stupenda societate convenerant, in pontes et moenia atque immeritos lapides desaevirent. Denique post vi vel senio collapsa palatia, quae quondam ingentes tenuerunt viri, post diruptos arcus triumphales (unde majores horum forsitan corruerunt), de ipsius vetustatis ac propriae impietatis fragminibus vilem quaestum turpi mercimonio captare non pu

uisgrana (Eginhart, c. 22, p. 18); e il Muratori accenna alcuni di questi bagni pub

a trovato questo e il precedente fatto nella Storia

V, di Gregorio Le

sunt demoliti (p. 12). Il tempio pertanto della Concordia non è stato distrutto in una sedizione, come io avea letto in un Trattato manoscritto del Governo civile di Roma, che mi era stato prestat

io II, è stato pubblicato dal Mabillon, il quale lo tolse da un m

Roma, tuas sp

psu gloria

opulus muris d

equium, marmo

um si sic gen

indicium nob

propter spatium, vacua videretur, populum habet i

nelle diverse epoche, sono state tolte da un ottimo Trattat

i nella laboriosa, ed erudita compilazione pubblicata dal Muratori col titolo Antiquitates Italiae medi

dieque vestigia supersunt (Montfaucon, Diarium italicum, p. 186). L'Autore anonimo (p. 285) accenna arcus Titi,

quod certe funditus evertissent, si eorum manibus pervia, absumptis grandi

uratori, Annali d'Ita

persit; et TORRE DI BOVE dicitur, a boum capitibus muro inscriptis. Huic sequiori aevo, tempore intestinorum bellorum seu urbecula adjuncta fuit, cujus maenia et torres etiamnum visuntur; ita ut sepulchrum

palazzo Savelli si scorgono tuttavia con

ta di Papa Celestino V da esso composta in versi. (Muratori, Scr

t est, Romam c

ex; belloque vocatum (

cios fraternaqu

cisse viros

mus trabibus,

sas turres, ob

, quo sit spo

apere che venivano sovente adoperati sassi del peso di due o tre quintali; qualche vol

severamente di conservare pro comuni utilitate le case de' cittadini mess

itavagli, maenia, lacerae specimen miserabile Romae, e annunziava l'intenzione d

manet servati

tegrae fuit ol

ntur adhuc; qua

aluit, non vis

iis franguntur c

nequivit

it hic

, ec. Sembra che, per riguardo alla sua estensione, l'anfiteatro di Tito abbia ottenuto il nome di Colosseo, o Culiseo, perchè eguale denominazione fu data all'anfiteatro di Capu

dissertazione sulle sette, o otto cagioni probabili di questi forami, dissertazione ristampata indi nel Tesoro di

Roma vetus et

neis presso il Ducange, Gloss. med. et infimae latinitatis, tom. II, p. 407, edizione Basilea). Gli è d'uopo attribuire queste parole ai pellegrini a

. ital., t. III, p. 1), il passo che attesta questa distribuzione delle fazioni nemich

questo codice municipale. Il giornale di Pietro Antonio dal 1404 al 1417 (Muratori, Script. r

ma il monte Testaceo, questo cumulo singolare di maiolica rotta, sembra solamente serbato ad una costumanza annuale d

da concepirsi come gli uomini abbiano potuto trasportare l'idea e il vocabolo di questo manto, o abito, al

i ai mille cento que' trenta venivano aggiunti, era in memoria delle trenta monete d'argento ricevute da Giuda in prezzo della

ha seguìta la tradizione, qual trovasi nel più antico de' frammenti degli Annali romani (Muratori, Script. rer. ital., t. XII, pag. 5

tazione a parte, la ventinovesima, intorn

, t. XXVIII, p. 585), ha parlato di questo accordo delle fazioni, de Tiburtino facien

m Romanorum majori ex parte ad

, fondandosi sopra le Memorie di Flamminio Vacca (n. 27); questi Monaci, egli dice,

Il Muratori (Ann. d'Ital., t. XIV, p. 372) si spiega con maggior libertà sull'attentato del Pontefice Farnese e sull'indignazione del popolo romano. Contro i nipoti di Urba

: Quod si non suopte merito atque pulchritudine dignum fuisset quod improbas arceret

nda di cinquecento aurei chiunque demolirà un antico edifizio, ne ruinis civ

rum tantarum, et stuporis mole obrutus... Praesentia vero, mirum dictu, nihil imminuit: vere major fuit Roma, majoresque sunt reliq

onna. Qui enim hodie magis ignari rerum romanarum, quam romani

rio rebellis erat, statim imago illius provinciae vertebat se contra illam; unde tintinnabulum resonabat quod pendebat ad collum; tuncque vates Capitolii qui erant custodes senatui, etc. Cita l'esempio de' Sassoni e degli Svevi, i quali dopo ess

nell'undecimo secolo (De gestis regn. anglor., l. II, pag. 66) parla di un mago, e ai tempi di Flaminio Vacca

o de' cavalieri, queste statue non possono essere l'opera, nè di Fidia, nè di Prassitele, vissuti, l'uno nell'O

, si vide sempre qualche luce nel sepolcro del defunto; vi si trovò un epitaffio latino; il corpo ben conservato apparteneva ad un giovane gigante e portava nel petto una larga ferita (Pectus pe

excedat. Quidam ad plantandas arbores scrobes faciens detexit. Ad hoc visendum, cum plures in dies magis concurrerent,

(n. 57, p. 11, 12) sul finire della

Voyage en Espagne et en Italie, t. III, p. 217, 218 ). Nel 1740, la popolazione ascendeva a cenquarantaseimila ottanta anime; nel 1765, quando ne

le sue fatiche fosse stata pari l'erudizione; considera indi gli scritti di Onofrio Panvinio, qui omnes observavit, poi le Opere recenti, ma imperfette, del Donato e del Nardini. Ciò nullameno il Montfaucon desidera sempre una pianta e una descrizione più compiuta dell'antica città, ad aggiungere il quale scopo raccomanda le seguenti cose: 1. misurare lo spazio e gl'intervalli delle rovine; 2. studiare le iscrizioni e gli avanzi

l Trasc

simili), correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Le citazioni in greco sono state trascri

trascrittore e posta

Download App
icon APP STORE
icon GOOGLE PLAY